Lugo, morto travolto in autostrada: il dolore della moglie e dei due figli piccoli
«Ogni giorno Luca ricordava la pericolosità del trovarsi in autostrada e mi salutava tutte le mattine alle 5.30 come se dovesse essere l’ultima volta. Era sempre angosciato dalle notizie degli incidenti stradali, proprio perché pensava a quelle povere famiglie e a quelle donne che, sia come moglie che come madre, perdendo l’uomo al loro fianco avrebbero faticato e non poco per andare avanti».
Sono queste le prime parole che, trattenendo per un attimo emozione e lacrime che quel triste presagio non può che aggravare, ricorda Ilenia, la moglie di Luca Guerrini, l’operaio lughese di 51 anni morto dopo essere stato travolto venerdì pomeriggio da un camion in un tratto cesenate dell’A14 dove si trovava insieme ad altri colleghi di lavoro per la riparazione di un guardrail. Da qualche anno era stato assunto da una ditta come manutentore autostradale, una professione certamente più insidiosa di quella che aveva svolto per molti anni e per cui era conosciuto da tanti. Fino a quando la pandemia e il conseguente lockdown non affossarono il settore, era stato il gestore di un impianto di carburanti prima in una frazione lughese e poi in città, nel piazzale adiacente al Divino Cafè in via Piratello. Ed è proprio qui che tutto lo staff del locale è rimasto scioccato dalla notizia della sua scomparsa, così come increduli erano i genitori dei compagni di scuola dei figli, l’attuale benzinaio, collega di lavoro per tanto tempo, e Sonia del negozio di torrefazione caffè dirimpettaio all’impianto, quello in cui quotidianamente Guerrini entrava per un saluto.
Sono almeno due le città che lo piangono: la Bagnacavallo in cui è cresciuto con i genitori Angelo e Ivana, entrambi edicolanti, e dove ha vissuto con la moglie fino al 2019, e la Lugo dove risiedeva da sei anni con tutta la famiglia, Ilenia con cui si era sposato nel 2003 e i due figli, Cristian di 13 anni e Davide di 5. Quelle tre persone che poi erano la sua unica grande passione, quella per cui valeva la pena svegliarsi all’alba e dedicare il tempo libero alle ambizioni e al divertimento dei due fratellini. Così piccoli e così forti, uniti nel rincuorare la loro mamma e sostenerla nell’andare avanti insieme. Proprio come il babbo, e il marito, avrebbe voluto. E come si erano promessi.
«Qualsiasi cosa capiti, devi dare sempre il massimo in ciò che fai e diventare un campione nel nuoto». È questa la promessa che Luca e Cristian si erano scambiati con un abbraccio. Nessuno dei due avrebbe mai pensato che un tragico evento potesse davvero dividerli per sempre.
«Una promessa che rispetterò – prosegue il figlio trattenendo il respiro come nelle vasche in cui lo osservava nuotare il padre -. Ricordatevi il cognome Guerrini: sarò io che porterò in alto quello di papà».
Poi fissando il fratellino negli occhi e recependone i sentimenti, descrive quell’uomo grande che è sempre stato anche un grande uomo. «Il nostro papà era un uomo forte – ribadiscono Cristian e Davide - aveva sempre il sorriso stampato in faccia, faceva fatica ad arrabbiarsi. Sembrava nato per lavorare e amava farlo: come dicevamo, portava sempre quel pezzo di pane a casa faticando ogni giorno. È stato un padre meraviglioso. Sei e sarai sempre il migliore. Ti vogliamo bene. Ci manchi».
«È stato anche un marito stupendo – gli fa eco la mamma abbracciandoli -. Mi ha fatto innamorare la sua dolcezza e l’allegria, quel sapersi prendere in giro da soli. La vita è durissima e ti mette sempre alla prova. Noi resisteremo per lui». La data dei funerali, in attesa del nulla osta della Procura, verrà fissata nei prossimi giorni.