Lugo, lavori di messa in sicurezza del territorio: interventi lungo gli argini e controlli continui dei fiumi

«Man mano che si avvicina la primavera, sale l’attenzione della cittadinanza verso lo stato dei fiumi». È la personale constatazione con cui la sindaca di Lugo Elena Zannoni inizia un post sui social in cui fa un po’ il punto della situazione sugli interventi di manutenzione - quelli eseguiti, quelli in essere e quelli imminenti – e in cui cerca di chiarire alcuni dubbi su problematiche che spesso vengono denunciate attraverso la pubblicazione di altrettanti video.
D’altronde la pioggia ininterrotta prevista per i prossimi tre giorni non può fare altro che incutere timore tra i residenti delle aree già alluvionate o comunque a ridosso degli argini.
«Dopo l’importante lavoro fatto nei mesi scorsi sul fiume Santerno, sia tra Ca’ di Lugo e S.M. in Fabriago, in cui l’Agenzia regionale ha rifatto completamente l’argine e realizzato una palancolata, che a Villa San Martino vicino alla Pungela – spiega la prima cittadina - si è proceduto sull’argine in destra idraulica dal ponte di Passogatto alla Marmanna. Attualmente invece sono in programma le messe in quota degli argini in prossimità di San Bernardino, mentre il rifacimento delle golene potrà essere realizzato solo nella stagione estiva. L’intervento sulla golena del Santerno in zona Marmanna spetta a Sogesid così come la progettazione della risagomatura dell’alveo sotto il ponte della ferrovia di Voltana».
E poi una precisazione su quello che, comprensibilmente, viene scambiato da molti come un’aberrante anomalia procedurale: «Alcuni lavori – sottolinea Zannoni - vengono svolti utilizzando, come base per sostenere i mezzi, legname o vegetazione golenale, canne in particolare, cosa che spesso viene scambiata per incuria. Le canne sono comunque materiali flottanti, che non si depositano nell’alveo».
Tema ancor più scottante, sollevato nuovamente nelle settimane scorse da un comitato locale, quello del controllo di manutenzione, tane e altre problematicità negli argini.
«Sono stati assegnati dall’Agenzia regionale alle associazioni di protezione civile i tratti di fiume da monitorare – riporta la sindaca –: ognuno di questi viene controllato mensilmente, comprese le segnalazioni di cittadini e comitati, e il report viene inviato per la programmazione degli interventi».
Non manca un cenno ai canali, che tanto hanno fatto discutere dopo le drammatiche alluvioni: «Il Consorzio di Bonifica sta procedendo nella manutenzione dei canali e della rete secondaria e come Bassa Romagna abbiamo aggiornato il piano di protezione civile e informatizzato procedure per esser sempre più rapidi nel comunicare al cittadino situazioni di eventuali criticità».
A tal proposito, c’è chi ha sottolineato l’importanza e l’esigenza di intervenire su corsi d’acqua certamente più piccoli, ma comunque potenzialmente altrettanto pericolosi se non messi subito in sicurezza.
È il caso del Canale Arginello, nell’intersezione tra viale Dante e via Veneto, la cui criticità ha di fatto contribuito ad allagare nuovamente, come nel 2023, la parte est della città nell’alluvione di settembre dello scorso anno. Quella in cui peraltro si trovano molti reparti dell’ospedale Umberto I, in primis il Pronto soccorso, che per scongiurare ogni rischio in parte erano stati momentaneamente chiusi e dislocati.
«Il Consorzio di Bonifica sta lavorando da due mesi in quel tratto – ha risposto alle sollecitazioni la sindaca -. Nei prossimi giorni pubblicherò informazioni specifiche sul tema, per chiarezza».
La tracimazione di quel canale è da sempre temuta e censurata dai residenti, che parecchi anni fa erano arrivati a raccogliere migliaia di firme per risolvere il problema: il tombinamento di quel canale, una scelta che ad oggi chi abita nei paraggi ha pagato a caro prezzo e che ogni volta che arriva dal cielo una bomba d’acqua, senza nemmeno dover aspettare l’alluvione, rischia di allagare l’intera area. A.CASA.