Lugo, la truffa del broker con la terza media: "Dove sono i soldi?"

Ha negato di aver firmato i documenti sventolati dai clienti che lo hanno denunciato per truffa; ha spiegato di essere rimasto senza i loro soldi per colpa della compagnia assicurativa con la quale lavorava; si è scusato pure per la foto scattata in aula quando il processo che lo vede tuttora imputato era appena iniziato. Ieri per Lorenzo Tozzi, l’ex broker di Lugo 46enne accusato di una sfilza di raggiri e appropriazioni indebite per un totale di diverse centinaia di migliaia di euro perpetrati dal 2016 al 2019, è stato il giorno delle spiegazioni. Comparso davanti al giudice monocratico Cecilia Calandra, ha dato la propria versione cercando di rispondere - assistito dall’avvocato Andrea Valentinotti - a un plotone di parti civili.
Titolo di studio: terza media. Nulla di intestato. Attuale professione: consulente assicurativo nonostante la recente radiazione dall’albo dei broker. Una domanda accomuna gli interrogativi delle parti civili: «Che fine hanno fatto i nostri soldi?». Lo hanno chiesto per primi i clienti “grossi”, parte di un portafoglio bello ampio accumulato sfruttando i rapporti di mediazione con tre diverse agenzie assicurative di Faenza, Cesena e Arezzo (estranee ai fatti). Tra i più noti, Rosalba Neri (attrice forlivese molto nota negli anni ‘60 e ‘70) che con il 46enne aveva firmato un contratto per una “copertura sulla vita”. Tra il 2017 e il 2018, con due diverse tranche da 15mila e 65mila euro, le avrebbe fatto credere che il valore della copertura della polizza che già aveva attivato due anni prima sarebbe incrementato. Quando l’attrice aveva scoperto che nulla in realtà era cambiato nel proprio contratto, l’intermediario avrebbe creato due false missive e scritture private nelle quali la cliente risultava aver chiesto l’annullamento dei versamenti, o l’autorizzazione a girarli dal conto dell’assicurazione a quello della gestione separata, consentendogli così di utilizzarli per «pagare altri premi assicurativi». «Avevo un’elasticità di cassa - si è difeso ieri -, cioè non li versavo subito ma in un secondo momento». A far cadere il castello, secondo l’imputato, sarebbe stata la rottura con l’agenzia assicurativa aretina con la quale collaborava. «Ero uno dei migliori broker, con un portafoglio da 1.800.000 euro di intermediato. Cambiai agenzia perché c’era un certo andazzo e dal giorno dopo mi portarono via tutti i clienti».
L’elenco delle accuse formulate dal sostituto procuratore Silvia Ziniti, titolare del fascicolo, descrive un meccanismo analogo ai danni di vittime più e meno facoltose, tra le quali anche un parroco lughese che aveva affidato al broker la mediazione con un’agenzia cesenate per tutelare la parrocchia da responsabilità civile, infortuni e incendio. Oppure un altro cliente che al momento di incassare il premio per un sinistro, aveva scoperto che il contratto in realtà non era stato formalizzato.