Lugo, la sindaca Zannoni: “Cara Meloni, con mezza Italia dissestata dall’acqua, occuparsi del Ponte sullo stretto è fuori luogo”
Approfittando del piccolo ponte natalizio, anche la sindaca di Lugo Elena Zannoni si è concessa due giorni di riposo, di cui in realtà forse non ha goduto del tutto: per non perdere il salutare vizio del running mattutino che pratica quotidianamente in città, infatti, si è data al trekking collinare. Giunta al traguardo – che proprio nella giornata di oggi è anche quello dei primi 50 anni – col fiato rimasto ha però risposto alle nostre domande.
Sindaca, la fine dell’anno coincide in pratica col termine del suo primo semestre. È soddisfatta del lavoro svolto?
«Sì, sia a livello di Unione che a livello comunale. Sono soddisfatta di come lavorano le due giunte, della struttura tecnica che ho trovato e delle modalità di lavoro e comunicazione che ci siamo dati».
Nel planning del suo mandato tutto torna o c’è già stato qualche intoppo?
«Beh, quattro allerte e un’alluvione sono intoppi notevoli. Ma anche diverse altre cose che sono successe. Credo che sia però normale così, si deve avere un’agenda di priorità e la sufficiente flessibilità per gestire anche le emergenze. Abbiamo scelto di dedicare tanto tempo anche agli incontri con i cittadini delle aree alluvionate per parlare zona per zona delle problematiche e degli interventi previsti. Tempo speso benissimo, per me».
Nella scorsa intervista, in merito a ciò che voleva riuscire ad avviare entro la fine dell’anno, ci aveva detto dell’importanza dell’inserimento nel bilancio degli investimenti di progetti strategici come le casse di espansione, la realizzazione di una sala studio e coworking al piano terra dell’auditorium, gli interventi per strade e aree verdi. Ci è riuscita?
«Le casse di espansione non sono un investimento nostro ma dei piani speciali, perché quelle di cui abbiamo bisogno vanno realizzate ai piedi delle colline. Noi abbiamo alcuni bacini di laminazione, già previsti nelle ordinanze e il bacino di Voltana, inserito a bilancio. Abbiamo previsto il piano terra dell’auditorium richiedendo un finanziamento regionale (progetto Emaldi 20), la piscina su base pluriennale (nel triennio ci sarà anche lo Stadio), la riqualificazione dell’area intorno alla Rocca, le risorse possibili per strade e segnaletica orizzontale».
Come ha già ricordato, dopo appena tre mesi dal suo insediamento ha dovuto fare i conti con l’ennesima alluvione, fortunatamente meno tragica di quella del maggio 2023. In molti le riconoscono di averla gestita meglio di altri, soprattutto nella tempistica; è dunque convinta sia stato meglio allertare tutti i cittadini preventivamente, anche se fortunatamente a molti di loro non è arrivata nemmeno una goccia d’acqua?
«Non voglio prendere dei meriti che non ho. L’esperienza ha fatto tantissimo: sapevamo cosa si doveva fare e quando. Abbiamo ricevuto dati puntuali dall’agenzia regionale con le mappe di propagazione dell’inondazione e abbiamo avvertito con i sistemi disponibili. E anche i cittadini ci hanno creduto. Poi abbiamo riportato la città in ordine in pochissimi giorni perché anche in quel caso noi e gli altri soggetti coinvolti sapevo esattamente cosa fare. Sì, preferisco aver avvertito uno di troppo che il contrario».
Restiamo sul tema alluvione: adesso anche la magistratura vuole fare chiarezza e capire se ci possano essere delle responsabilità, così come è vero che più di un amministratore, in merito a manutenzione e prevenzione, ha dichiarato di voler procedere a un cambio di passo. Come sindaca e presidente dell’Unione, c’è qualcosa che si sente di dover criticare e qualcosa che esige assolutamente dalla Regione Emilia-Romagna?
«La Regione deve fare il possibile per riportare i fiumi in sicurezza nel minor tempo possibile. Stanno lavorando sugli argini, anche se parte dei lavori potranno essere fatti solo in estate, dall’interno. Ma soprattutto, avendo già un piano di interventi, deve far pressione perché venga finanziato dallo Stato e realizzare le grandi opere che ci mettano in sicurezza».
E invece da Giorgia Meloni?
«Che stanzi le risorse necessarie per fare queste opere. Mi dispiace doverlo dire perché è quasi palese, ma in questo momento, con mezza Italia dissestata dall’acqua, occuparsi del Ponte sullo stretto è fuori luogo. E poi, come dovrebbe concretizzarsi entro il primo giorno dell’anno nuovo, aspettiamo la nomina di un commissario per entrambe le alluvioni che conosca il territorio. Non c’è tempo da perdere, la primavera è vicina».
Parliamo invece del suo modo di rapportarsi con chi non la pensa come lei. A differenza del suo predecessore, sembra che nessuno degli avversari politici riesca a farla innervosire e portarla ad alzare i toni; sono meno insidiosi loro o è molto più pacatamente democristiana lei?
«C’è sicuramente un aspetto caratteriale: è difficile farmi perdere le staffe. Mi appartiene di più lo stile di leadership gentile, ma sono tutt’altro che remissiva. Ho comunque trovato persone all’opposizione che nelle diverse visioni, sono disposte a collaborare per il bene della città, e le contingenze lo richiedono».
Siamo arrivati alla fine dell’intervista, che dunque non può che coincidere con la fine dell’anno. Martedì notte anche lei festeggerà in piazza l’inizio di quello nuovo stappando un prosecco, o uno champagne, sotto l’occhio vigile del monumentale Baracca; ma se invece di una bottiglia potesse avere tra le mani la lampada di Aladino, quale sarebbe il primo dei suoi desideri per il 2025?
«Questa è facile: basta alluvioni. Oppure gli 800 milioni che servono per i lavori. Peccato non poterne aggiungere altri, perché ho una lista davvero lunga».