Lugo, famiglie protestano: “Troppo rumore da quella centrale, non dormiamo”

Lugo

Da qualche anno alcune famiglie lughesi non riescono più a dormire serenamente per colpa della ferrovia. A creare parecchio disagio non è nemmeno la corsa dei treni bensì una sottostazione elettrica lungo via Adige, nel quartiere di Madonna delle Stuoie: una grande cabina che garantisce la corrente per il funzionamento dell’intera linea ferroviaria da e per Ravenna.

Più volte al giorno il compressore al suo interno deve entrare in funzione per svariati minuti producendo un insopportabile rumore.

Questo è ciò che lamentano danni i residenti di Livenza, quasi di fronte alla cabina. L’arrivo dell’estate, infatti, coincide ancor di più con l’impossibilità di chiudere occhio. Sempre che non ci si voglia blindare dentro casa, installare eventualmente un climatizzatore sborsando migliaia di euro e dire addio al fresco della campagna, quello che magari li aveva incentivati a comprare le rispettive abitazioni sperando di poter dormire con le finestre aperte. E invece un vero incubo.

Ma perché una famiglia dovrebbe essere obbligata a farlo per colpa di altri? Domanda legittima, che si pongo loro e si porrebbe chiunque.

In questi anni, ma soprattutto negli ultimi mesi, è intercorso anche uno scambio di mail fra i danneggiati e i tecnici di Rete Ferroviaria Italiana, proprietaria della struttura sotto accusa.

Tuttavia, le risposte non hanno convinto i residenti, che si sono visti più volti spostare in avanti la tempistica di una possibile risoluzione.

«Abbiamo fornito i video con l’audio di quanto accade ogni giorno – ribadiscono alcuni di loro – proprio perché si capisse l’incompatibilità di quella cabina con il quieto vivere. Un rumore che durante la giornata è molto fastidioso ma di sera e di notte diventa addirittura proibitivo. Una vera persecuzione, alla quale aggiungere l’incuria dell’erba nel loro terreno, talmente alta da coprire i cassonetti. Questa situazione va avanti da troppi anni e noi vogliamo assolutamente poter riposare tranquilli».

Intanto, mentre dalle mail qualcuno pensa già di passare alle pec degli avvocati, una soluzione potrebbe arrivare nel giro di qualche mese.

«Siamo al corrente del problema, che sicuramente nei mesi estivi è più accentuato - conferma Rfi - e abbiamo comunque provveduto a limitarlo. Anche se non sarebbe necessario, cambiamo quei compressori ogni anno, per garantire la minima emissione sonora, proprio come abbiamo fatto oggi. Ciò non basta, come non sarebbe risolutiva una schermatura, dunque abbiamo in progetto la loro sostituzione con dei sistemi a molla che elimineranno i rumori. Un sistema che stiamo utilizzando per altre centrali simili e per il quale è già in atto il finanziamento. Contiamo di poter completare l’intervento entro la fine del prossimo anno, ma speriamo di poter addirittura velocizzare le tempistiche, compatibilmente con la fornitura dei materiali».

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