Lugo. Condannato Paname, il trapper accusato di diffamazione a Brumotti
È stato condannato a 6 mesi di reclusione il 27enne trapper lughese di origini marocchine Paname, al secolo Amin Bajtit, accusato di diffamazione nei confronti del famoso inviato di Striscia la Notizia Vittorio Brumotti. Al centro del processo gli insulti e il turpiloquio tra le barre (cioè i versi del testo nel genere rap) che il cantante incise nel brano “Brumotti freestyle”, pubblicato su YouTube con tanto di videoclip girato nel quartiere di San Bernardino a San Severo, in provincia di Foggia.
A emettere la sentenza il giudice Piervittorio Farinella al termine dell’udienza in programma ieri mattina in tribunale a Ravenna. Per Paname la Procura aveva chiesto 1 anno e 2 mesi di reclusione e il pagamento di 1.200 euro di multa. Il suo legale, invece, l’avvocato Nicola Casadio del foro di Ravenna, aveva chiesto il “non luogo a procedere” per il principio giuridico del “ne bis in idem”, ovvero l’assoluzione in quanto il giovane nel 2022 era già stato condannato dal tribunale di Foggia per fatti analoghi (minacce) a 1 anno e 4 mesi di carcere. Principio, secondo il quale un imputato non può essere giudicato due volte per lo stesso reato, che il giudice ha quindi deciso di applicare appunto per il solo reato di minacce aggravate, dal quale il trapper in questo procedimento è stato assolto. Condannato a 1 anno di reclusione con pena sospesa anche un 24enne di Torremaggiore (Foggia), che materialmente ha caricato in rete il video incriminato.
La ricostruzione
Per capire la storia bisogna però tornare al 5 ottobre di tre anni fa. Brumotti stava documentando lo spaccio di droga nel quartiere di San Severo, quando venne aggredito con un pugno che gli procurò la frattura di uno zigomo. Qualche settimana dopo Paname sfruttò il clamore mediatico della vicenda a proprio favore componendo il brano e facendosi filmare insieme a un gruppo di fan. “Infame delle guardie”, “paga chi sbaglia”, “ho un paio di amici che sono aggressivi, sono nocivi, se torni a San Severo ti svegli fra gli ulivi” sono solo alcune delle frasi scritte tra le barre. In tre giorni il videoclip arrivò a oltre 44mila visualizzazioni. E fu lo stesso Brumotti, comparso in aula nei mesi scorsi durante il processo, a voler proseguire nel procedimento «per far capire che ciò che viene messo in rete ha delle conseguenze».
Paname e i suoi videoclip avevano comunque già avuto guai con la giustizia. Per un altro video, girato a Lugo nel 2020 e uscito sempre sul web, il cantante venne denunciato per istigazione a delinquere, porto d’armi e oggetti atti ad offendere, oltre che per oltraggio verso le forze dell’ordine e lo Stato.