Il "Cappelletto al contrario", ideato da un faentino e prodotto a Lugo

Prendi uno dei piatti tipici della cucina romagnola, aggiungi dell’estro, un pizzico di follia e la capacità di osare e dosare.
È questa la ricetta con cui è arrivato a Milano il “Cappelletto al contrario”, il primo negozio dell’omonima pasta che ora è un marchio registrato e di qualità.
L’originale food boutique che si appresta ad aprire in via Carroccio 6, nelle adiacenze di Sant’Ambrogio, è nata da un progetto del Gruppo Ancarani di Lugo (composto da Alex e le sorelle Micaela e Martina), già a capo di locali in città come il Divino, il Giardino e la pasticceria Moderna, alcuni imprenditori milanesi e l’ideatore di questo piatto: il faentino Niko Cineri (figlio del noto chef Silverio, scomparso nel marzo scorso), uno che a soli 42 anni, grazie alla sua inventiva, nella ristorazione ha fatto tutto e il “contrario” di tutto.
Proprio ciò che caratterizza e ispira il nome del suo cappelletto nel quale il ripieno non è altro che quello che tutti si aspettano di trovare come condimento esterno. Un formato oversize, servito e venduto in porzioni da quattro pezzi, nel quale affondare la forchetta dentro quella sfoglia gialla, che in realtà viene prodotta in molte altre colorazioni, e rimanere sorpresi nel vedere al suo interno il classico ragù piuttosto che l’amatriciana o il gambero rosso è già di per sé una delizia.
L’inaugurazione ufficiale del negozio, nella quale poterli eccezionalmente anche degustare, è mercoledì 30 novembre, riservata a soli 500 fortunati e andata sold out in pochissime ore. Sarà quella l’occasione per far incontrare le “azdore” romagnole e le “sciure” milanesi. I prelibati cappelletti infatti vengono prodotti nei laboratori del gruppo Ancarani a Bagnacavallo e la ricetta, segreta quanto desiderata al pari di quella della Coca-Cola, ha nel suo Dna le tradizioni locali.
Tutto il progetto, infatti, nasce in Romagna nel 2020, in tempo di pandemia. Niko Cineri, quella sera un po’ ristoratore e un po’ sognatore, stanco della solita monotonia culinaria decide di prepararsi un piatto in cui gusto e fantasia battagliassero tra loro. Diversamente da quanto fa solitamente un estroverso, non ha tirato fuori il meglio, ma al contrario – il termine giusto – ha messo il meglio di ciò che è sempre stato fuori dentro ai suoi cappelletti. Successo immediato e dopo due anni di rodaggio in provincia, nei quali quei piatti erano degustabili solo al Divino di Lugo e in vendita in pochi e selezionati punti, la decisione di approdare a Milano.
«La chef-box che venderemo in negozio – spiega Cineri – contiene tutti gli ingredienti per mettere facilmente in tavola un piatto gourmet fatto con la pasta fresca ripiena del sugo che normalmente sta “sopra” i cappelletti. Nell’odierna collezione autunno/inverno ne offriamo 15 tipologie, tutte pronte da cucinare. Gli stessi possono anche essere personalizzati, sia come colori (giallo, blu, azzurro, rosso, nero, viola e molti altri tutti ottenuti dall’essicazione di prodotti naturali come mirtilli e pomodori) sia come gusto. La confezione è curata in ogni dettaglio e funge un po’ da cornice per quello che deve essere un cappelletto fatto ad arte».