Chiude il Centro di accoglienza di Santa Maria in Fabriago
«Speriamo che adesso si possa vivere più tranquillamente. Qui dentro potrebbero alloggiare i tanti alluvionati che ancora per molto tempo non potranno rientrare nelle loro abitazioni».
Prima il sospiro di sollievo che molti residenti della piccola frazione di Santa Maria in Fabriago hanno tirato quando nel primo pomeriggio di ieri al Centro d’accoglienza non era rimasto nulla e nessuno, e poi la proposta.
Stanchi di ciò che è successo negli ultimi mesi – da quando nella struttura è arrivato un gruppetto assai molesto composto da dieci minorenni tunisini – e col timore che ciò si possa ripetere in futuro con l’arrivo di nuovi ospiti, sono gli stessi abitanti ad avanzare una richiesta. Certamente molto attuale, che in realtà sembra però non essere, fortunatamente, un’urgenza.
Pare infatti che chi sia stato costretto a lasciare la propria abitazione, o a non potervi rientrare perché inagibile, sia stato ricollocato dalle rispettive amministrazioni comunali in altre abitazioni. Tuttavia, nella piccola frazione il recente ricordo dei numerosi interventi delle forze dell’ordine – pochi giorni fa è stata una volante della Polizia a prelevare uno dei ragazzi dal centro – è ancora vivo.
Un’escalation di condotte che ha suscitato polemiche anche fuori dalla frazione. Un po’ per le tante biciclette rubate poi rinvenute nei pressi del Cas, ma anche per una serata più movimentata a Marina di Ravenna, nella quale si è consumata una rapina in cui sembrano essere coinvolti alcuni di loro.
Il prefetto, Castrese De Rosa, proprio sulle pagine del Corriere Romagna aveva anticipato la chiusura della struttura per il 30 settembre, motivata dal fatto che la cooperativa che gestiva quel servizio non aveva intenzione di rinnovare la convenzione. Del resto proprio molte delle loro operatrici hanno sempre censurato quella situazione ingestibile, nella quale una di loro è stata anche ferita dal lancio di una sedia.
Sempre nel pomeriggio di ieri è stata inaugurata “Connections”, una mostra fotografica allestita in quattro aule del Polo tecnico di Lugo nella quale parte degli scatti esposti sono opera di alcuni dei primi ragazzi africani ospitati l’anno scorso al Centro d’accoglienza allestito nell’ex caserma dei carabinieri della frazione. E sono stati proprio loro a spiegare ai presenti, tra cui la sindaca Elena Zannoni e il prefetto De Rosa, il significato di quelle foto.