Arte e sessualità: a Lugo una mostra con grandi nomi che fa discutere

È ancora una volta un accentuato erotismo accostato all’arte moderna e contemporanea a innescare l’ennesima polemica. Non una vera e propria censura, bensì un quesito: “Qual è il confine che nemmeno l’arte può oltrepassare?”.
Quello che si sono poste alcune famiglie uscendo dalla mostra che per tutto il mese di marzo è allestita alle Pescherie della Rocca: “Altri libertini. Solitari, sconfitti, distaccati, ribelli”, un omaggio artistico a Pier Vittorio Tondelli con opere di Vittorio D’Augusta, Piero Dosi, Danilo Melandri, Claudio Montini e del riminese Gio Urbinati.
Alcune sculture di ceramica di quest’ultimo, scomparso nemmeno due anni fa, hanno catturato lo sguardo di tanti visitatori, tra curiosità e maliziosi sorrisi.
D’altronde il chiaro e ironico richiamo alla sfera sessuale è evidente, sia nelle mezze mele raffiguranti una vagina che nei realistici falli maschili alle cui estremità sono raffigurati dei volatili.
E il titolo scelto dall’artista per questa serie di opere, esaltato nelle didascalie, non poteva che sottolineare questa comparazione: “Doppio uccello”. Un gioco di parole che dovrebbe solamente enfatizzare la bravura dell’artista, che però ha contrariato qualcuno. In realtà solo un paio di mamme, perché addirittura ai relativi mariti o compagni con cui hanno ammirato l’esposizione quegli organi genitali rivisitati hanno suscitato solo la voglia di immortalarli con lo smartphone.
Del resto il mondo dell’arte, partendo dall’archeologia, è pieno di immagini raffiguranti organi genitali.
«Nessuno si è lamentato per quelle sculture in ceramica - assicura il direttore dei musei di Lugo, Massimiliano Fabbri, che assieme a Gian Ruggero Manzoni e Rodolfo Gasparelli ha curato la mostra, in collaborazione con Gasparelli Arte Contemporanea - anzi personalmente credo che siano tra le più belle creazioni di Urbinati. Il gioco di parole utilizzato, inoltre, è elemento stesso dell’opera e si inserisce perfettamente nel format della mostra. Da parte nostra, come curatori, quella selezione non vuole certamente essere una provocazione».
Certo è che ora, per chi ancora non l’avesse fatto, andare a vedere la mostra alle Pescherie sarà ancora più suggestivo e curioso.
«Non ci sono arrivate polemiche - ribadisce l’assessore alla cultura, Gianmarco Rossato -. Si tratta di arte e personalmente ritengo che quelle sculture si inseriscano molto bene nel tema della mostra senza essere in alcun modo offensive o volgari».