Longiano, lupi: l’esperto invita a proteggere gli animali domestici e a non lasciare fuori cibo ma esclude pericoli per gli uomini

Longiano

Grande interesse per l’incontro pubblico dedicato al lupo, con un grande esperto, che si è tenuto due sere fa nella sala Auser di Budrio, riempita da un centinaio di persone. Lo ha organizzato la sezione di Cesena del Club Alpino Italiano, dopo che in zona ci sono stati vari avvistamenti e in territori vicini animali da cortile o da compagnia sono stati sbranati.

Hanno introdotto la serata Claudio Biondi e Ivano Corbara, del Cai, ed era presente anche l’assessore Lorenzo Campana. “I lupi delle favole fanno paura ma nella realtà?” il titolo di quello che è stato un approfondito confronto tra le verità scientifiche e le leggende metropolitane che riguardano il lupo. Il relatore è stato Fabio Dall’Osso, medico veterinario e dottore in produzioni animali e controllo della fauna selvatica. Occupate tutte le cento sedie in sala, a conferma di come il tema sia sentito. «L’Italia ha un patrimonio faunistico densamente popolato - ha detto Dall’Osso - e quindi cittadini e animali selvatici sgomitano in uno spazio ristretto. Gli animali più diffusi sono i cinghiali, le nutrie e i lupi. Ma sono questi ultimi che tengono di più in apprensione le persone. Ce ne sono 11 specie: dieci create dalla natura e poi i cani, che circa diecimila anni fa sono stati creati dall’uomo, ossia addomesticati, ma appartengono allo stessa specie». Poi lo specialista si è soffermato su alcune caratteristiche del lupo: «È anche un necroforo: se trova animali morti se li mangia, come pure si ciba di insetti, frutta e rifiuti di origine umana. Questo vuol dire che l’uomo non deve lasciare alla sua portata resti di cibo. In una notte può percorrere fino a 60 chilometri e cerca da mangiare tutti i giorni. Quindi non bisogna lasciare mai cibo a sua disposizione, perché lo si attira. Gli animali domestici d’affezione e quelli da reddito vanno difesi, rinchiudendoli all’imbrunire, in luoghi inaccessibili ai lupi. Per gli allevamenti è bene dotarsi anche di cani da conduzione e da guardiania (quelli di colore chiaro che si confondono in mezzo alle greggi e fanno un effetto sorpresa per i lupi, ndr), mentre se ci si spinge con dei cani fuori dai centri abitati questi vanno tenuti al guinzaglio. I recinti devono essere adeguati. Gli animali allevati devono stare dietro reti in parte interrate e in alto deve esserci uno sbalzo».

Per l’uomo il lupo non è invece un particolare pericolo: «Se lo si incontra, occorre pensare che è un privilegio che ci ha concesso il lupo per qualche secondo e subito dopo scapperà via - ha detto Dall’Osso - Non si deve avere paura, basta mantenere la calma. Il lupo non attacca l’uomo, è più facile che su un sentiero di montagna lo faccia un cane inselvatichito, che bisogna sì temere. Diffidate poi della demonizzazione attuale del lupo, spesso accresciuta da notizie false, come quella che il numero di esemplari in Italia è destinato a crescere in modo illimitato. Se mi chiedete se a Longiano ci sono troppi lupi, vi rispondo che c’è esattamente il numero di lupi necessari, ossia quelli che ci possono stare sul territorio. Ogni specie, e non solo il lupo, occupa gli spazi in base alle sue capacità. L’allarmismo in Italia è esasperato: il lupo va solo conosciuto e rispettato».

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