Si chiama “mail bombing”, cioè un bombardamento di mail, quello che stanno subendo da qualche giorno alcuni consiglieri comunali di Cesena, presi di mira dalla comunità azerbaigiana in Italia. A scatenate la tempesta di messaggi è stata la mozione, presentata dalla Lega e approvata all’unanimità, con cui il consiglio comunale ha espresso solidarietà alla popolazione armena del Nagorno Kabarakh. Mozione del tutto simile a quella già presentato dal Carroccio a Forlì, motivo per cui anche là diversi consiglieri sono finiti nel mirino azero.
L’appello dalla comunità armena
La mozione rispondeva a un appello, ricevuto sempre via mail, ma dalla comunità armena, che chiedeva ai consiglieri comunali di Cesena di unire la loro voce a quella di tanti altri Comuni per chiedere di «fermare la violenza» e contribuire a fare pressione affinché venga riconosciuta la «Repubblica del Nagorno-Karabakh (Artsakh), dando al suo popolo le garanzie internazionali di sicurezza e dimostrando che il mondo sarà sempre a favore della libertà, della democrazia e della pace contro la tirannia, la violenza e il terrorismo».
«Un regime illegale»
«Noi, i membri della comunità azerbaigiana in Italia - si legge nel testo della mail di reazione - abbiamo con dolore appreso che è stato approvata dal vostro consiglio comunale di una mozione in cui si chiedeva il riconoscimento della cosiddetta “Repubblica dell’Artsakh”, che altro non è che un regime illegale, criminale e fantoccio creato nei territori occupati dell’Azerbaigian da parte dell’Armenia, per coprire la sua aggressione militare contro l’Azerbaigian». Respinte al mittente le accuse di aver avviato il nuovo conflitto, secondo la comunità azera italiana sono state le forze armate armene a sferrare per prime l’attacco. «La posizione dell’Azerbaigian - è la tesi - si basa sul diritto internazionale e sulla giustizia».
Chiesta la revoca della mozione
«Vorremmo che la comunità internazionale sostenesse fermamente i valori, le norme e i principi sui quali è basato il diritto internazionale, condannando la politica di aggressione dell’Armenia, che viola gravemente la sovranità e l’integrità territoriale dell'Azerbaigian, i diritti umani di più 1 milione di rifugiati e profughi Azerbaigiani». Parte da questa premessa la richiesta rivolta ai destinatari della mail perché si attivino per «revocare la mozione» e perché facciano appello alle autorità italiane «per condannare l’aggressione militare dell’Armenia contro l’Azerbaigian per riconfermare il rispetto all’integrità territoriale dell’Azerbaigian, esprimere la solidarietà al nostro popolo e ai nostri rifugiati e profughi e richiedere che le parti attuino puntualmente gli impegni assunti nella Dichiarazione firmata il 10 novembre 2020».