Sulle strade del Tour de France
Parte dal cuore verde della città simbolo del Rinascimento italiano la prima tappa dell’edizione 2024 del Tour de France, la più importante corsa ciclistica a livello mondiale ed uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo che in 200 chilometri, scavalcando passi e seguendo fiumi, da Firenze porterà la carovana gialla al di là dell’Appennino, sulla spiaggia di Rimini dove i 176 ciclisti concluderanno la prima delle fatiche che li attenderanno lungo i 3.500 km della Grande Boucle. Abbiamo voluto testarla in prima persona anticipandone in sella alla nostra Moto Morini X-Cape il tracciato, scoprendo ancora una volta le sensazioni di bellezza che i panorami dei nostri Appennini sanno offrire.
Il gruppo nel centro storico
Ed eccoci dunque ai nastri di partenza, ancora virtuali, del Parco delle Cascine dove, a quasi un mese di distanza, dell’evento non vi è alcuna traccia. Bisognerà, parcheggiata la moto in prossimità, avventurarsi tra la folla dei turisti verso il centro per trovarne segno in piazza della Repubblica. Del resto sarebbe un vero peccato non approfittare della circostanza per un visita nella città di Dante e Brunelleschi che, coi suoi mille richiami, è un appuntamento che sarebbe un delitto perdere. Anche per i corridori del Tour, che avranno la fortuna di iniziare la loro fatica agonistica attraversando in gruppo la città che da subito offrirà a loro (e al pubblico di tutto il mondo che, stimato in 3 miliardi di telespettatori, seguirà l’evento con collegamenti da oltre 190 Paesi) la spettacolare bellezza della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, di piazza della Signoria e finanche, attraversando l’Arno, del medievale Ponte Vecchio. Una breve salita poi li porterà verso l’alto, verso quel Piazzale Michelangelo da cui, con un sol sguardo, tutta la città può essere abbracciata. L’avvio del Tour lontano da Parigi, del resto, non è certo una novità, tutt’altro. E’ una tradizione che trova origine fin dalle prime edizioni del dopoguerra quando nel ’54 la Grand Départ, un vero e proprio evento nell’evento, avvenne da Amsterdam.
Muraglione e Colla dei tre faggi
Ma è ora di lasciare l’incanto di questa visione unica e dar inizio al viaggio, la strada è lunga. Da Piazzale Michelangelo giù verso viale Europa per arrivare a Bagno a Ripoli dove è previsto lo start ufficiale della competizione, ed eccoci pronti per lanciarci in una gradevolissima quanto inaspettata passeggiata che, seguendo il corso dell’Arno sulla sponda di sinistra, in una quindicina di chilometri porta a Pontassieve. Attraversato il fiume alle porte della città, lasciamo dunque il corso dell’Arno per risalire quello del fiume Sieve, che lega la propria storia al ben più celebre corso d’acqua fiorentino così come ricorda un proverbio locale: “Arno non cresce se Sieve non mesce”. E’ seguendo il suo corso fino a Dicomano che inizia la strada verso uno dei passi più rinomati e motociclisticamente gloriosi dell’Appennino tosco-romagnolo come il Passo del Muraglione che, a 907 metri d’altezza, prende nome dal muro fatto erigere dal Granduca Leopoldo II nel 1836 per difendere dai venti invernali il passaggio di merci e viandanti. La SS67 o statale Tosco-romagnola, inizia ora a salire in quota sinuosa e invitante e fanno bene gli autovelox - veri o farlocchi che siano - che la punteggiano d’arancio a raccomandare severamente prudenza. Rufina, Dicomano, San Godenzo (che tra le mura dell’abbazia l’8 giugno 1302 vide un giovane Dante protagonista dello storico convegno fra esuli fiorentini Ghibellini e Guelfi Bianchi) per poi, raggiunto il bivio a una manciata di km dalla vetta, abbandonare la SS67 per seguire una nuova sfida lungo la SP9ter. E se fin qui, coi primi 60 km, l’impegno della salita aveva iniziato a riscaldare i muscoli dei corridori ora, superata la Colla dei Tre Faggi a 991 metri di quota, è una lunga quanto magica discesa che, 300 metri più in basso, porta fino a Premilcuore. Non sappiamo ancora se “in leggera discesa - come canta Dalla - il corridore stanco si riposi”, ma sicuramente è una gioia per gli occhi e per l’animo percorrere questi 30 km che, quasi tutti tinti di nero intenso dell’asfalto appena rifatto, ci separano dalla meta avvolti in un mare di verde. Del resto questa strada antica, che seguendo il corso del fiume Rabbi giunge a Forlì, è stata recuperata solo negli anni ’60 dopo essere stata praticamente abbandonata per decenni dalla concorrenza della SS67 che lega Romagna e Toscana attraversando il Muraglione. Silenzio, intimità, un asfalto che per il 90% è stato rifatto oggi tutto per noi, pronto per il grande appuntamento del 29 giugno con i 176 ciclisti del Tour e le 500 persone di staff, team manager, assistenti, meccanici che su 150 veicoli saranno impegnate nel seguire la corsa. Premilcuore è un antico borgo murato le cui origini si perdono nella notte dei tempi e che, lungo il corso del Rabbi, nasconde nelle sue vicinanze due luoghi selvaggi e unici, magici: la cascata della Sega, nei pressi del paese, e solo qualche km di distanza in località Giumella, quella della Grotta Urlante.
Carnaio pronto all’evento
Seguendo il corso del fiume in una quindicina di km si è a Strada San Zeno da dove la strada delle Forche - parte di quella “Traversa di Romagna” che il Granduca Francesco Leopoldo II volle per collegare Bagno di Romagna e Rocca San Casciano nel 1836 - si innalza. Svalichiamo così il monte per arrivare fino a Galeata, sulla valle del Bidente, già dipinta di giallo. E’ lungo questo antico tracciato che il Tour toccherà Santa Sofia per giungere sulle belle curve del Passo del Carnaio a San Piero in Bagno e sulla valle del Savio. Un passo che la forza devastante delle acque del maggio scorso aveva messo duramente alla prova ma che ora, con nostra grande motociclistica goduria, è perfettamente pronto al grande evento.
Lungo il Savio
Bagno di Romagna, antico borgo termale fin dai tempi dei romani, sarebbe per il corpo e per lo spirito uno dei luoghi ideali dove, anziché proseguire lungo il Savio fino a Mercato Saraceno, far una tappa ristoratrice, ma sono ancora tanti i km che mancano per chiudere la giornata ricca di prove e ostacoli. All’altezza di Quarto la vecchia statale 71 è stata appena riaperta e non si rischia molto scommettere su quanto abbia inciso la necessità di far transitare in sicurezza il Tour per il suo ripristino dopo i danni importanti causati dall’alluvione dello scorso anno.
Pantani sul Barbotto
Sfiorata l’affascinante Sarsina, dalle mille e lontane storie nascoste, si arriva ben presto a Mercato Saraceno ed è proprio sul ponte che attraversa il fiume che bagna il paese che i corridori troveranno la prova più impegnativa dell’intera tappa: la salita che, con una pendenza media dell’8% ma anche con uno strappo che arriva al 18% e con una rampa finale di circa un km fino al 14%, in 4,6 km li porterà in cima al Barbotto (584 m.), luogo simbolo della “Nove Colli”. Non è certo un caso che al termine dell’impegno celebri la fatica compiuta una targa dedicata al simbolo stesso del ciclismo romagnolo impersonificato dal leggendario quanto sfortunato Marco Pantani che su queste strade preparava le sue mirabolanti imprese sportive.
Lo sguardo al mare
Sulla cresta eccoci ben presto a Perticara per poi scendere veloci sui tornanti che conducono verso Novafeltria. Davanti è ora il profilo di San Leo e della sua fortezza da cui si domina la Valmarecchia, la cui bellezza, superato il fiume all’altezza di Secchiano, sarà solo un fugace traguardo visivo della tappa. Come nelle montagne russe la discesa fino ad Agenzia sarà solo il prologo per le rampe che dopo il torrente Mazzocco porteranno fino al cuore di San Marino. Salendo sulle strette stradine riasfaltate di fresco che corrono dietro a San Marino fino a Fiorentino si gode dell’intimità dei luoghi lontani dalla febbre del turismo del centro, così come invitanti nella guida sono i tornanti che salgono verso la meta della Repubblica più antica del mondo. Dai 684 metri d’altezza la lingua lunga e blu del mare che ora si staglia all’orizzonte non è più il sogno che le corsie veloci della superstrada in discesa contribuiscono ad avvicinare. Pochi e rapidi sono i km per questi straordinari atleti e il tempo che li separa dal traguardo, che laggiù in fondo li aspetta sul lungomare di Rimini chiudendo la magia di questa prima fantastica tappa del Tour de France, è ormai questione di minuti. E’ tempo di prepararsi per la volata.