Itinerario in moto: viaggio tra la Romagna bagnata dal Po e Ravenna

Itinerari
  • 27 maggio 2024

Arrivando a Stellata si entra in territorio ferrarese, proprio sulla linea di confine tra Lombardia e Romagna. Stellata è un luogo magico dalla storia antica. Con la sua rocca a forma di stella, oggi tirata a lucido dai recenti lavori di restauro, era collegata con una catena alla Rocca Benedetta di Ficarolo sull’altra sponda del fiume, controllando così il traffico fluviale. Ficarolo è poi un nome importante nella storia del Po. Fu proprio qui che con la rotta degli argini del 1152 il corso principale del Grande Fiume si spostò più a nord riducendo drasticamente la portata delle acque che fino ad allora, scendendo, bagnavano Ferrara, là dove il ramo di Volano si separava da quello di Primaro. La strada che da Ficarolo prosegue correndo lungo l’argine di sinistra del fiume è di straordinaria bellezza capace com’è di metterci in sintonia con il fascino di questo territorio caratterizzato dalla vegetazione fluviale. Il fiume scorre ora accanto a noi, vicino, e quasi si può sentire il respiro della corrente. E’ una strada d’argine bellissima quella che percorriamo fino ad arrivare a Stienta (che in particolari periodi potrebbe essere anche essere sottoposta, specie nel weekend, a limitazioni della circolazione) che, toccata Occhiobello e tornando in Romagna dopo aver superato il fiume, giunge fino a Pontelagoscuro e da lì a Ferrara, la città degli Este.

Ferrara e il fiume Po, un rapporto indissolubile almeno fino a quando il ramo principale del fiume che scorreva sotto le mura meridionali della città prese a correre più a nord facendo perdere alla città il suo ruolo strategico lungo una delle vie principali dei commerci tra l’Adriatico e la pianura padana e, continuando a risalire il corso del fiume, da qui fino alle Alpi. Del resto è la stessa città che proprio sulle sponde del fiume è nata e cresciuta fino a diventare con gli estensi una delle città più importanti del rinascimento italiano. Il Castello Estense, la Cattedrale di San Giorgio, il Palazzo dei Diamanti, il Palazzo Schifanoia e gli affreschi del Salone dei Mesi, la via delle Volte sono solo le testimonianze più alte, senza dimenticare il Museo archeologico nazionale, che conserva mirabilmente i preziosi resti etruschi di Spina o i nove mirabili km di mura che la circondano.

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Lasciata Ferrara è seguendo l’SP14 che torniamo a incontrare le acque del Po. Alberone, Cologna, Berra, Serravalle, è qui, a un soffio, il punto dove si stacca il ramo del Po di Goro, che ora può continuare in solitaria la sua corsa verso il mare tracciando il confine tra Emilia Romagna e Veneto. Una corsa lunga ancora una quarantina di km ma capace di regalare grandi emozioni specie quando, superato Ariano Ferrarese e riprendendo la strada d’argine, si arriva a Mesola che già da lontano si erge imponente con le quattro torri merlate del Castello estense della Mesola voluto da Alfonso II.

Al di là della Romea che lo sfiora è il Parco del Delta del Po capace di raccogliere e proteggere ambienti naturalistici di grande bellezza come il Bosco della Mesola, che conserva la memoria delle antiche foreste che fino all’età moderna ricoprivano la costa adriatica. Natura ma anche cultura, proprio come quella della cinquecentesca Torre Abate, forse la testimonianza architettonica più evocativa dell’impegno dell’uomo nella difesa idraulica di questo territorio. Non occorre poi molto per riprendere l’argine del fiume e giungere così a Goro e, qualche km oltre, Gorino, ultimo insediamento urbano di questo ramo del fiume e della Romagna. Lo spettacolo del suo porticciolo è bellissimo, specie al rientro delle barche da pesca inseguite dai gabbiani. Da qui poi, durante la bella stagione, è possibile imbarcarsi per raggiungere l’isola che, sormontata da un faro, per la sua romantica bellezza è stata chiamata “L’isola dell’amore”. Sulla strada d’argine opposta è possibile avvicinarsi a questa punta estrema, ed è emozionante farlo superando il ponte di barche di Garo che con quello vicino di Gnocca oltre a farti attraversare il Grande Fiume, ti proietta in un mondo lontano ed entusiasmante. Una ventina di km appena e siamo davanti a uno dei capolavori assoluti di questo territorio, quella Abbazia di Pomposa che per lungo tempo coi suoi frati fu baluardo ed emblema dell’irriducibile lotta per la bonifica di queste terre. E’ qui che incontriamo il ramo del Po di Volano che seguiamo fino alla foce per poi proseguire lungo la strada che, costeggiando la costa, corre tra il mare e la Valle Bertuzzi, una delle aree umide più suggestive del Parco del Delta del Po, dove si libra una folta colonia di fenicotteri rosa. E’ tagliando i campi lungo le poderali secondarie che possiamo giungere a Comacchio che, come una piccola Venezia, è caratterizzata da ponti e canali che ne disegnano il cuore del centro storico facendo di questo antico insediamento un luogo unico, ricco di grandi suggestioni e forti sapori legati da sempre alla pesca e lavorazione dell’anguilla.

Acqua di qua, acqua di là, e al centro gli 11 km dell’Argine Agosta, la strada che, dritta come un fuso, taglia le valli. Un’esperienza quasi esoterica, specie se si ha la fortuna di ritrovarsi soli a correre lungo questo nastro asfaltato liscio come un biliardo. Al termine della corsa, una stradina ci porta, fiancheggiando l’argine sud delle valli, davanti al paese di Sant’Alberto dove un romantico traghettino ci scarica sull’altra sponda. Le acque che oggi superiamo sono quelle del fiume Reno ma l’alveo in cui scorrono è quello storico del Po di Primaro entro cui il Reno, a metà del ‘700, fu incanalato. E’ il ramo perduto del Po che bagnava Ferrara prima della rotta di Ficarolo e che per secoli, come racconta Plinio e conferma Strabone, fu la via fluviale per eccellenza su cui hanno navigato merci, idee ed eserciti. Una vera e propria autostrada d’acqua dell’antichità che terminava a Ravenna, collegata a questi luoghi che ora stiamo attraversando da un canale artificiale d’epoca romana: la Fossa Augusta. Da qui la fortuna della città che per tre volte fu capitale di un regno e che, solo a una ventina di km più a sud, ora ci aspetta col suo patrimonio di bellezza ineguagliabile.

Romagna Motorcycle

L’itinerario ha preso ispirazione da una delle proposte che Visit Romagna, nella sua attività di promozione turistica della regione, ha pensato e realizzato espressamente per i motoviaggiatori fornendo loro, attraverso una serie di itinerari, le chiavi d’accesso a un territorio universalmente conosciuto come Terra dei Motori per la passione verso la motocicletta che anima la sua gente. Cinque itinerari, destinati a raddoppiare a breve, per raccontare da dentro una terra colma di bellezza e sorprese. Info: Visitromagna.it/motorcycle

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