Inchiesta sulla Mib, sequestro da mezzo milione al Papeete
RAVENNA. Lo tsunami che in estate si è abbattuto sulla Mib Service srl, ora comincia a investire anche i clienti che nel tempo avevano deciso di affidarsi ai servizi della società che ha sede in Darsena. E il primo coinvolto è un nome di peso, ossia niente meno che la rinomata discoteca di Milano Marittima Villa Papeete e il Papeete Beach dell’eurodeputato della Lega Nord Massimo Casanova. Sulle due società che fanno capo alla famiglia Casanova la Guardia di Finanza – così come disposto dal gip su richiesta della Procura della Repubblica – ha operato un sequestro sui conto correnti finalizzato alla confisca pari a 520mila euro, per via della consistente evasione fiscale di cui le società avrebbero beneficiato collaborando con la Mib Service. I sequestri partiti la scorsa settimana hanno coinvolto per il momento, oltre alle due società dei Casanova – tutelati dall’avvocato Ermanno Cicognani – anche altri due clienti, ma per cifre minori pari a 30mila euro ciascuno, per un totale che per il momento si aggira quindi attorno ai 600mila euro di denaro “congelato” dalle fiamme gialle. Tuttavia, è evidente che si tratti solo delle prima di tante operazioni che probabilmente si susseguiranno nel corso delle settimane, dato che la ravennate Mib aveva chiuso contratti di lavoro in dieci anni di attività con ben 122 clienti sparsi per tutta Italia.
L’inchiesta
Ma chi è la Mib Service? Quella avviata dal procuratore capo Alessandro Mancini e dal sostituto procuratore Monica Gargiulo potrebbe essere un’inchiesta pesantissima, perché partendo dagli uffici di un’apparente piccola società nascosta tra gli edifici della Darsena, si arriverebbe a scuotere le fondamenta stesse di decine e decine di ristoranti, pub, alberghi, stabilimenti balneari e discoteche ravennati, ma anche del resto della riviera. Una vera doccia fredda per una quota consistente del mondo turistico e ricreativo locale, dato che secondo gli inquirenti la Mib avrebbe garantito ai clienti tutta una serie di servizi per il personale (in particolare la gestione del personale attraverso la formula dell’appalto di servizi) che, però, avrebbero avuto il solo scopo di consentire l’evasione dell’Iva e, verosimilmente, anche ritorno di utili extracontabili. Cinque sono i nomi delle persone finite nel registro degli indagati con la grave accusa di associazione per delinquere: i tre rappresentanti della Mib Service srl, un consulente del lavoro 54enne di Cotignola, tutelato dall’avvocato Lorenzo Valgimigli, e un’avvocatessa 33enne di Ravenna, rappresentata dal legale Ermanno Cicognani. A due degli indagati vengono inoltre contestati i reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti e di dichiarazione fraudolenta al fine di evitare il pagamento delle imposte sul reddito.
Proprio alla Mib inizialmente erano stati sequestrati la bellezza di 5,8 milioni di euro. Cifra poi ridottasi a 413 mila euro in seguito al riesame fatto dai legali, che in aula hanno sostenuto l’impossibilità di chiedere alla società ravennate di pagare quanto evaso anche dai clienti. Ora – con i primi sequestri al Papeete – i clienti saranno invece chiamati a rispondere in prima persona.