Vita di condominio da incubo: arrestato 76enne per atti persecutori con fionda e punteruolo a Imola

Imola
  • 13 novembre 2024

Era un anno che in quel piccolo condominio si andava avanti a suon di minacce da un lato e querele dall’altro. Una realtà ossessionante scoppiata all’interno di una palazzina del quartiere Cappuccini dove i rapporti fra condomini erano ormai degenerati. Inizialmente erano stati screzi rispetto a questioni di convivenza spicciola: cancelli aperti, porte chiuse male. Poi il livello era salito con le discussioni su alcuni dissidi sui lavori da fare nelle parti comuni. Un crescendo di incomprensioni e disaccordi che a poco a poco si sono trasformati in offese, minacce e vessazioni vere e proprie.

La prima denuncia era arrivata alla polizia nel novembre 2023. Una donna di 55 anni si era presentata in commissariato raccontando di essere stata aggredita da un condominio nei pressi del garage. L’uomo l’aveva poi colpita al volto con due schiaffoni rincarando la dose di epiteti irripetibili. Mentre lei cercava di respingerlo, aveva raccontato la donna alla polizia, lui l’aveva agguantata per il collo, poi minacciata anche con una spranga di ferro fino a che le sue urla avevano allarmato il figlio di lei che era sceso per capire cosa stesse succedendo e aveva chiamato la polizia. L’aggressore però era già rientrato in casa e la donna aveva potuto solo sporgere una denuncia. La 55enne, che in quell’occasione era stata medicata con una prognosi di tre giorni, aveva sporto così la prima querela e in quell’occasione il Gip , vista la gravità dei fatti, aveva emesso un decreto di custodia cautelare per cui l’uomo, il 76enne, avrebbe dovuto mantenere una distanza di almeno 300 metri dalle persone che aveva già minacciato o aggredito.

Cosa improbabile da fare visto che lui abitava al piano sottostante della signora. Le angherie non si erano fermate, infatti, nemmeno dopo quel primo provvedimento, anzi, si erano estese a carico anche della vicina del piano di sotto, da lui accusata di aver testimoniato a favore dell’altra. Anche nei confronti di questa seconda vicina le vessazioni si sono intensificate. Tanto che ormai entrambe le donne e i rispettivi familiari parcheggiavano lontano o uscivano il meno possibile per non incappare nei suoi sguardi o nei gesti a loro indirizzo. La seconda vicina, in particolare, ormai teneva sempre le tapparelle abbassate perché lui sostava continuamente davanti alle sue finestre fissandola oltre i vetri, passeggiando continuamente in cortile brandendo un martello, la paura e la stress l’avevano quindi spinta a trasferirsi a casa del compagno. Tutti ormai vivono nel terrore e a febbraio, dopo un’altra denuncia, il giudice aggrava la misura cautelare con un divieto di dimora a Imola. Passa qualche mese di tranquillità, ma a luglio c’è il processo e la pena, sospesa, annulla la misura cautelare. L’uomo torna a casa ed è più inasprito che mai. Le vicine ormai non vanno più nemmeno in garage se non accompagnate da qualcuno. Il figlio della prima donna che aveva denunciato, dopo aver perso le chiavi dell’auto per strada, una notte lo ha visto entrare nella sua vettura per cercare di metterla in moto, ma poiché aveva cambiato il blocco di avviamento, apposta dopo aver perso le chiavi, il vicino aveva dovuto desistere. Nei giorni scorsi l’ultimo inquietante episodio. La vicina vede l’uomo mentre con un punteruolo riga la fiancata dell’auto del suo compagno, lei lo apostrofa per allontanarlo e lui le fa il gesto di tagliarle la gola. Si accorgono a quel punto che anche l’auto della donna è danneggiata, ha un finestrino in frantumi. La donna sotto choc torna alla polizia che questa volta si reca sul posto e fa scattare le manette come consente il codice rosso. In casa dell’uomo gli agenti trovano il punteruolo, una fionda e delle biglie di metallo più volte lanciate contro le persone e le loro cose, oltre ai guanti indossati per spaccare il finestrino. Per il 76enne è stato disposto di nuovo il divieto di dimora a Imola e convalidato l’arresto per atti persecutori.

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