Ricerca del Censis, il Gp di Monza vale 142 milioni e Imola 85 ma c’è di più
Centoquarantadue milioni di euro li vale Monza, non meno di 85 milioni Imola. “Il valore di un Gran Premio di Formula 1” è il titolo dello studio della Fondazione Censis presentato ieri all’Autodromo nazionale Monza alla vigilia del Gran premio d’Italia. L’analisi è fatta sui numeri forniti da Liberty media, che detiene i diritti del circus, in un anno però in cui Imola ha visto sfumare in extremis la corsa per via dell’alluvione, il 2023. Se i dati sono quindi reali per il circuito lombardo, per Imola sono calcolati sugli anni precedenti. «Il senso di questa ricerca - spiega Giulio De Rita, che l’ha realizzata - era mettere in evidenza soprattutto quali sono le voci che vanno a comporre l’ indotto di una manifestazione di questa portata, per arrivare a migliorarne il rendimento, dall’attrarre più cosiddetti “big spender” a riuscire a creare sempre più collegamenti con l’industria dei territori che li ospitano e quindi ad attrarre nuovi investitori privati, per mantenere lo stesso evento in prospettiva».
L’indotto
A comporre la cifra di quel valore, o ricaduta, il Censis ha tenuto conto di diverse voci: pubblico, spese in loco, merchandising, spese di trasporto, spesa media alberghi, spesa media altro, squadre, addetti ai lavori, giornalisti, big spender, shopping medio, eventi organizzati dagli sponsor. A Monza, come si vede in questi giorni sposta il circo mediatico della F1 sulla vicina e metropolitana Milano dove gli sponsor hanno organizzato nel 2023 un’ottantina di feste ed eventi per tutta la settimana antecedente la gara. Ma pesano anche gli eventi di contorno in loco a Monza città e ovviamente le 300mila presenze complessive all’Autodromo nazionale nei tre giorni del Gp. Intorno al Gp dell’Emilia Romagna c’è meno possibilità di movida? Certamente, però c’è molto altro e di sostanza: intanto la cosiddetta motor valley, ovvero un bacino di industria legata all’automotive che è pressoché unica. «La ricerca vuole proprio far capire come la formula uno possa avere ricadute anche sull’industria dei territorio che la ospita e questo vale doppiamente per l’Emilia-Romagna -aggiunge l’autore della ricerca, De Rita -. Dovremmo ipoteticamente aprire una macchina di F1 e far capire che molta dell’innovazione che si realizza ai fini delle corse in realtà poi hanno applicazioni pratiche in cose che riguardano tutti, non solo l’industria dell’auto, penso ad esempio anche al dispositivo telepass che abbiamo tutti, deriva dall’applicazione di alcuni elementi usati in origine in telemetria per la F1, oppure certi accorgimenti meccanici sulla gestione della pressione all’interno della vettura possono essere sfruttati ad esempio dall’industria della pasta come da quella medicale». Imola ad esempio si è focalizzata sul recupero di fibra di carbonio.
Ricadute mediatiche
La stessa ricerca aggiunge a parte anche le ricadute mediatiche: «200 milioni di euro del valore “potenziale” della copertura mediatica (media coverage value) dei due Gp - riporta Aci e la cifra va così ad avvicinarsi ai 270 milioni di indotto ipotizzati nel 2022 da Imola con il proprio studio -. Gli oltre 150 milioni di spettatori live in 200 Paesi, a cui si devono aggiungere almeno altrettanti in differita o che guardano solo gli highlight prodotti dalle oltre 50 emittenti autorizzate o dal canale ufficiale F1 (che conta 8 milioni di iscritti), i 2,5 miliardi di contatti sulla rete e, infine, l’incalcolabile numero di “rilanci” fatti sui social, compongono un’enorme vetrina mediatica, un contenitore in cui è possibile veicolare messaggi promozionali legati all’industria meccanica, a quella alimentare, alla moda e al turismo, in una F1 ormai “svincolata” da un’immagine esclusivamente motoristica che è e sarà sempre più un grande show». Anche tutta questa parte tutt’altro che virtuale, dice chi ha fatto la ricerca, l’organizzatore italiano ancora non la sfrutta appieno.
Per l’immagine di Provincia e Regione, poi, il Gran Premio di Monza, vale 50 milioni, quello di Imola 36, «la differenza -dice il comunicato dell’Aci in merito -è dovuta al fatto che Monza ha una storia di Formula1 molto più lunga e le gare che si ripetono annualmente nella stessa località hanno implicazioni evocative molto diverse da eventi una tantum, poiché legano a una località una storia decennale». è noto che Imola è stata a digiuno di Formula uno per 14 anni riportandola sul Santerno nel 2020 come Gran Premio dell’Emilia Romagna, ma questa è solo una goccia, perché sul Santerno la storia della F1 era iniziata nel 1981 (si corse anche il Gp nel 1980 in sostituzione proprio di Monza), ininterrotta fino al 2006 come Gp di San Marino. Confronti, incompleti, a parte, dunque, il ragionamento conclusivo del presidente dell’Aci Sticchi Damiani è utile a capire quanto in linea generale un Gran premio remuneri l’investimento, perché Liberty media di milioni ne richiede parecchi per portare la giostra del Gp. Ma qui i conti li fa solo con Monza: «Negli ultimi sette anni 2017-2024, escludendo, ovviamente 2020 e 2021, per i gravi e imprevedibili problemi generati dal Covid, grazie al Gp di Monza è rimasto sul territorio, considerando una media annua prudenziale di oltre 100mln all’anno, più di mezzo miliardo di euro. Mezzo miliardo che non solo giustifica, abbondantemente, l’investimento di 46 milioni di risorse dell’Aci che, in quanto Federazione italiana dello sport automobilistico, non poteva certo perdere l’evento, in assoluto, più importante del calendario e che era chiamato a tale investimento dalla Legge Finanziaria 2017 ma, soprattutto, rappresentano uno tra gli investimenti di denaro pubblico più produttivi della Regione Lombardia, dal momento che i 27 milioni investiti dalla Regione hanno prodotto un moltiplicatore di ben 20 volte».
Il sindaco di Imola: «La sfida è mantenere più eventi»
«Mi fa piacere che Monza e Aci abbiano deciso di mappare i dati relativi all’impatto del loro Gran Premio, è giusto, per valorizzare il lavoro fatto a Monza e rappresentare quanto frutti investire nel motorsport e in particolare sulla Formula 1 per un territorio e per tutta l’Italia - è il commento a caldo del sindaco Marco Panieri che a Monza ci sarà il giorno della gara, domenica prossima -. Noi avevamo già scelto scelto di fare questa analisi nel 2022, mentre purtroppo nel 2023, anno per il quale avevamo stime ancora migliori, l’alluvione ha azzerato tutto. Non solo, ma proprio per valutare la polifunzionalità dell’autodromo abbiamo analizzato anche eventi diversi come il Crame e un grande concerto». Certo i numeri paragonati, a vantaggio quantitativo di Monza stando allo studio del Censis, non giocano troppo a favore in un momento in cui è insoluto il dibattito sul mantenere o meno due Gran premi in due sedi in Italia, e ovviamente la favorita è la pista lombarda, in un periodo fra l’altro di rinnovo dei contratti con la plenipotenziaria Liberty media. «Se si porta l’attenzione sull’indotto è sempre positivo, ma i dati che ci riguardano messi a confronto con quelli 2023 di Monza così non sono omogenei trattandosi infatti, presumibilmente, di quelli del 2022, mentre considerando il 2024 già potevamo ragionare anche di una capienza di pubblico maggiore. Non c’è nessuna sfida fra Imola e Monza -conclude Panieri - la sfida è continuare ad avere in Italia più eventi importanti come questi e continuare a investire, perché la ricaduta per il Paese e i territori c’è ed è importante».