“Narratori delle pianure” oggi e l’eredità di Gianni Celati, rassegna letteraria a Imola
Quale è stata l’eredità di un autore schivo quanto originale come Gianni Celati e chi sono oggi i “narratori delle pianure”? La rassegna che inizia questa sera nei riaperti e suggestivi spazi della Galleria della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, al piano terra di Palazzo Sersanti, prende spunto dalla cruciale raccolta di 30 racconti dello scrittore ferrarese di origine uscito nel 1985 e intitolato appunto “Narratori delle pianure”. Cinque incontri con altrettanti autori emiliano romagnoli che dal “pupillo” di Italo Calvino hanno tratto ispirazione o semplicemente ne hanno continuato a loro modo il viaggio. A curare la rassegna è lo scrittore imolese Andrea Pagani, per l’associazione Ippogrifo. Vivere la scrittura, che dal 2016 propone incontri con gli autori, gruppi di lettura e corsi di scrittura.
La rassegna
Prendendo spunto dall’itinerario padano di Celati, lungo il quale raccolse e rielaborò una sorta di campionario di leggende metropolitan-rurali come a voler rinverdire in chiave letteraria una tradizione orale pressoché estinta in quegli anni, con tutte le sue implicazioni poetiche e stilistiche, la rassegna indagherà una fase epocale della letteratura emiliano-romagnola, e italiana in generale, fino agli sviluppi più recenti. Si parte questa sera (ore 20.30) dalla prolusione del professor Gian Mario Anselmi, già docente di Letteratura italiana alla facoltà di Lettere di Bologna, che inquadrerà l’opera, la poetica e lo stile di Gianni Celati. Secondo appuntamento il 17 ottobre con Grazia Verasani e il suo “Quo vadis baby”, storia di una investigatrice per una volta donna, calata nei misteri di una città come Bologna che, per dirla alla Carlo Lucarelli, spesso «non è quello che sembra».
Il 14 novembre toccherà al bolognese Ermanno Cavazzoni con “Manualetto per la prossima vita”, prontuario ironico e profondo per “fare meglio” e scansare insidie del vivere in una ipotetica seconda vita. Cavazzoni di Celati potrà portare un ricordo vivo e personale, essendo stato insieme con lui ideatore della rivista “Il semplice” nel biennio 1995-1997. Il secondo appuntamento di novembre, il 28, sarà con un altro emiliano, Giampiero Rigosi e il suo “Ciao vita”, romanzo di amicizia, memoria e consapevolezza che si snoda fra i portici e la periferia-campagna felsinea. A chiudere la rassegna sarà il 12 dicembre Azzurra D’Agostino, poetessa e autrice anche di libri per ragazzi, con “Ghost light”, come viene chiamata la luce “scacciadiavoli” che resta accesa nei teatri di Broadway tutta la notte (l’accesso è libero fino a esaurimento posti).
Vagabondaggio letterario
Un vero e proprio vagabondaggio letterario, del resto era in questo che eccelleva il grande camminatore Celati che con i suoi racconti del Po riportò la sua voce sulla scena letteraria italiana dopo vent’anni , per poi completare quel percorso tre anni dopo, nel 1998, con “Verso la foce”. Dall’uscita di “Narratori delle pianure” sono passati quarant’anni, ma le grandi avventure vissute e raccontate da personaggi minori in luoghi periferici, che oggi verrebbero ancora definiti marginali, si sono moltiplicate. Quelle di Celati erano speciali favole postmoderne senza alcuna morale, senza intenti pedagogici o di autorappresentazione dell’autore, che narrava per narrare, un po’ come «per la sola ragione del viaggio, viaggiare». Anche per questo il suo segno è rimasto, profondo, nella memoria dei lettori come negli autori di pianura venuti dopo di lui.