La riforma dei servizi sanitari imolesi, dal 21 dicembre parte il Cau

Imola

Come in uno show, l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini sul palco del Teatro comunale, con tanto di introduzione musicale dal vivo, ha declamato “La riforma dell’emergenza urgenza, Pnrr e investimenti nel circondario imolese”, insieme al direttore generale dell’Ausl con tutti i primari schierati. Tema: narrare le imminenti trasformazioni della sanità pubblica imolese, alla luce dei 25 milioni di euro di investimenti da qui al 2026. «Dalla nuova Casa della salute di Imola/Medicina (5,9 milioni) alla nuova Camera mortuaria (3 milioni), fino al miglioramento sismico dell’ospedale di Imola (1,5 milioni), l’OsCo di Castel San Pietro Terme e al futuro di Montecatone – elenca il sindaco di Imola Marco Panieri –. Senza mai dimenticare, tuttavia, che insieme allo sviluppo sulle strutture e sulla tecnologia, è necessaria un’attenzione al valore del capitale umano e del personale. La sanità pubblica è uno dei capisaldi del benessere della nostra comunità e abbiamo intenzione di difenderla da qualsiasi tentativo di definanziamento». Platea e due ordini di palchi occupati da autorità e anche cittadini che ora dovranno cominciare a familiarizzare con nuove sigle, di quelle che la sanità pubblica sforna continuamente. Cau, Cot, Pau, sono alcune di queste e proprio da lì passano i servizi sanitari dell’immediato futuro.

Arriva il Cau

Senza tanto preavviso, tra una manciata di giorni, il 21 dicembre prossimo, è pronto a partire il Cau (Centro di assistenza e urgenza) che prende il posto della vetusta “guardia medica” ed è destinato alla presa in carico e cura dei cittadini «con problemi urgenti a bassa complessità». Nelle intenzioni dovrebbe servire a evitare il 60% di accessi impropri al pronto soccorso di codici bianchi e verdi, ma non sarà dal pronto soccorso che verranno inviati lì, saranno le stesse persone a doversi indirizzare a quel servizio. Sarà aperto tutti i giorni dalle 8 alle 20 negli stessi locali all’ospedale vecchio, saranno in servizio ogni giorno due turni di medici, l’assessore regionale ha spiegato che quando verrà introdotto il nuovo numero unico 116117 dedicato a questo servizio unico per tutta la regione, verrà indicato preventivamente anche l’orario in cui si potrà essere visitati.

Case di comunità

Fra quella di Imola, all’ospedale vecchio, quella di Castel San Pietro e Medicina (per quella in vallata non sono stati illustrati investimenti) si parla di lavori per oltre 9,5 milioni di euro. A Imola la Casa di comunità occuperà il piano terra e il primo piano che ospiterà la Cot (Centrale operativa territoriale), ovvero il nuovo modello organizzativo che funge da raccordo tra attività territoriali, sanitarie, socio sanitarie, ospedaliere, dialogando con la rete di emergenza e urgenza. Sarà finita entro fine anno. Sempre al primo piano verranno ristrutturati gli spazi per ricavarne un’ “area cronicità”, ovvero per la presa in carico di pazienti con malattie croniche, più tutte le attività di promozione della salute attraverso corretti stili di vita. Al pian terreno resta l’accoglienza, ma rinnovata, in prossimità dell’attuale ingresso di viale Amendola. Qui ci saranno: commissione invalidi, punto unico di accettazione (Pua), ufficio relazioni con il pubblico (Urp), punto informazioni, sportello prevenzione sanità pubblica. Sempre per il 2026 sarà pronta la nuova area per le vaccinazioni sia pediatriche che per adulti.

Anche l’ospedale di Castel San Pietro cambia volto a piano terra, dall’accesso storico di viale Oriani, è stata risistemata tutta l’accoglienza. Ai piani superiori entro il 2026 sarà completata la ristrutturazione del reparto di degenza al quarto piano, compreso l’ammodernamento tecnologico di radiologia. «L’auspicio è che gli investimenti tecnologici e strutturali siano accompagnati da corrispondenti impegni sul versante delle risorse umane e nello sviluppo delle conoscenze: in assenza di questo accoppiamento, si rischia di perdere una straordinaria opportunità di ulteriore sviluppo e di creazione di valore», ha commentato il direttore generale dell’Ausl Andrea Rossi.

Camera mortuaria

La nuova camera mortuaria sorgerà a fianco dell’ospedale nuovo, l’avvio dei lavori è previsto nella prima metà del 2025 e per completarla servirà un anno e mezzo. Il costo è di 3 milioni. «Servirà a facilitare la relazione logistica con servizi ospedalieri, migliorare viabilità interna ed esterna e garantire parcheggi dedicati», ha spiegato l’Ausl. Sarà composta da cinque camere ardenti disposte a ventaglio, ciascuna con un accesso autonomo in modo da garantire la maggior privacy possibile ai famigliari del defunto.

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