L’alluvione e le ferite di Imola: “Sembrava un film, quando piove abbiamo paura ancora oggi”

Imola
  • 03 maggio 2024

Anche questo mese di maggio, esattamente come un anno fa, è iniziato con la pioggia. In molti hanno subito ripensato a quella prima alluvione, anche se per fortuna le precipitazioni stavolta sono state decisamente meno intense. Il 2 maggio 2023 l’acqua caduta provocò allagamenti e danni ingenti anche su Imola e nel circondario. Se in vallata a far paura furono le frane, in pianura la situazione peggiore si verificò a Spazzate Sassatelli dove il torrente Sillaro ruppe gli argini, all’altezza di via Merlo, e allagò la frazione. Stessa zona poi colpita nuovamente tra il 16 e il 17 maggio dalla seconda alluvione che non risparmiò nemmeno il Gp di F1 a Imola in programma il weekend successivo. Uno smottamento interessò anche via Pieve di Sant’Andrea, i cui residenti furono evacuati. «Sembrava un film, impossibile dimenticare quel 2 maggio - rammenta Mauro Melandri, che gestisce il distributore di benzina a Spazzate Sassatelli -. Dalle 16 nella chat dei residenti cominciarono a circolare video e immagini della rottura dell’argine e provammo così a salvare il salvabile. Grazie all’aiuto della Polizia locale riuscii a recuperare mio padre e portarlo nella mia casa ad Argenta. Alla fine l’acqua arrivò, fino a 80 centimetri in alcuni punti. Da me c’erano circa 10/20 centimetri di fango. Fortuna che tanti amici vennero a darmi una mano a spalare e il 15 riuscimmo a riaprire, prima della seconda alluvione che ci fece cascare di nuovo il mondo addosso». Le storie da raccontare però sarebbero tante. «Ad alcuni andò molto peggio di me che, non abitando qui, alla sera tornavo comunque a casa all’asciutto - prosegue Melandri -. Amici agricoltori ebbero grossi danni, c’è poi chi lasciò la propria abitazione, altri invece rimasero una notte, ma il blackout elettrico del giorno seguente li costrinse ad andarsene. Non finiremo mai di ringraziare i soccorritori, le forze dell’ordine, il Comune e il sindaco Marco Panieri che non ci fecero mai mancare il supporto». A distanza di un anno la frazione «è tornata quella di una volta e i fiori sono tornati in quelle aiuole dove c’era solo fango. Nel momento del bisogno ci siamo compattati e conosciuti tra noi ancora di più. Almeno l’alluvione una cosa buona l’ha fatta». Ogni volta però che piove «la paura c’è sempre - ammette Melandri -. Ancora oggi guardo il sito della Protezione civile per vedere il livello dei fiumi».

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