Imola, vendemmia partita alla vigilia di Ferragosto in anticipo di una decina di giorni
La vendemmia sui colli di Imola è partita alla vigilia di Ferragosto, e riprenderà subito dopo la sosta festiva. Così almeno nei vigneti della Cantina Tre Monti, ma anche laddove si aspetta che finisca questa settimana di ponti e patroni, si è pronti a raccogliere e quindi si tratterà sempre di un anticipo di una decina di giorni rispetto a un anno fa.
Partenza anticipata
In via Lola, e nella quota di vigneti nel Forlivese dove i fratelli Navacchia hanno le loro viti di chardonnay e sauvignon blanc, si sono fatte le prime raccolte di prova addirittura il 7 agosto. «Da adesso in poi andremo avanti fino a settembre - spiega Vittorio Navacchia della cantina Tre Monti -. In vigna si va presto, dalle 6 alle 12 massimo poi sosta fino alle 16, sarebbe un suicidio lavorare in quelle ore centrali, sia per le persone ma anche per la qualità, con il rischio di portare in pressa uve troppo calde. Dopo le basi per spumanti e frizzanti la prossima settimana passiamo alle uve di sangiovese per i rosati poi alle uve bianche per il nostro rifermentato in bottiglia, quindi al pignoletto. Partendo il 7 per noi si tratta di un anticipo di 9 giorni secchi rispetto al 2023, non avevamo mai vendemmiato lo chardonnay prima di Ferragosto». E secondo l’occhio esperto di Vittorio Navacchia quest’anno la produzione sarà buona: «Domenica e lunedì per fortuna sono previste piogge, utili a riequilibrare le uve che da giugno non vedono precipitazioni consistenti - continua Navacchia -. Le viti fanno i miracoli, noi che abbiamo pochissima irrigazione, in appena 3 ettari su 38 in produzione, vediamo piante che anche ora sono sorprendentemente verdi e in buona salute, come se in qualche modo di anno in anno si stessero adattando al cambiamento climatico. Poi è vero che il vignaiolo fa la sua parte per adattarsi, noi ad esempio lasciamo più foglie sulla pianta rispetto a una volta. Teniamo inerbito lungo la fila e lavoriamo la terra solo sotto la pianta, poi da inizio estate si sfalcia meno possibile per trattenere umidità, intervenendo con la trinciatura solo se l’erba, per il caldo, va in competizione con la vite». L’albana per i vini aziendali di punta, invece può attendere fino al 9 settembre, dice Vittorio.
Dopo Ferragosto
Passato il festivo di oggi partiranno anche altri, ad esempio i fratelli Zeoli della Fattoria Monticino Rosso. «Partiamo dalle basi per gli spumanti, centesimino e albana -spiega Luciano Zeoli -. Noi, venendo dalla frutticoltura, irrighiamo la vite perché la pianta non entri mai in stress. Quest’anno ci sono tutti i presupposti per una buona annata. Per noi l’anticipo è minimo, ma c’è in effetti anche quest’anno». Conferma l’anticipo di una dozzina di giorni anche Jacopo Giovannini della cantina che porta il nome di famiglia: «Ricordo che quando ero piccolo si vendemmiavano con il giubbino, direi che non succederà più - racconta Jacopo-. Aspetterò le piogge del fine settimana, le previsioni parlano di almeno 36mm, quindi piogge interessanti, utili alle viti per riequilibrare l’uva che adesso con queste ondate di caldo torrido sotto il sole non matura, ma si disidrata soltanto. Quindi partiremo con il poco di chardonnay che abbiamo, poi il trebbiano per la base del rifermentato in bottiglia, quindi albana e via col sangiovese». Anche in via Punta si prospetta una buona qualità del raccolto: «Le uve sono belle grazie alle piogge primaverili che sono state abbondanti ma lente e per questo sono penetrate nel terreno, a differenza di quanto era accaduto l’anno prima con l’alluvione. Il cambiamento climatico c’è e non lo combattiamo, ci tocca semmai adattarci - aggiunge Giovannini -. Per questo vanno messe in atto pratiche agronomiche che nel tempo erano state abbandonate: noi da 10 anni non cimiamo più, il rame che crea fitotossicità con difficoltà alla piante a respirare, per cui richiederebbero ancora più acqua ed energia, lo abbiamo eliminato e lavoriamo tutti i nostri terreni per evitare che si creino crepe che sono ingresso per il caldo e uscita per l’umidità». Insomma, ogni anno ormai si parla di anticipo e questa, per usare le parole di Giovannini «potrebbe essere la vendemmia più fresca... dei prossimi venti anni».