Imola
  • 16 aprile 2025

Si è svolto lunedì a Firenzuola un consiglio comunale dedicato all’analisi della situazione ambientale e al piano d’azione per il ripristino del rio Rovigo, travolto da una frana che ha smosso una vecchia discarica abbandonata, riversando rifiuti lungo le sponde e nel corso d’acqua. L’incontro, molto atteso dalla cittadinanza, ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti istituzionali: tra cui la vicesindaca di Imola Elisa Spada. Nonostante la gravità della situazione e l’evidente allarme ambientale, il sindaco ha deciso di chiudere l’assemblea prima che potessero intervenire alcuni cittadini e rappresentanti di associazioni che si erano preparati per prendere la parola. Tra questi, la professoressa Marcato dell’associazione «Cittadini per la Difesa del Santerno», che avrebbe voluto ricordare come la discarica, una volta dismessa, sia stata completamente dimenticata: «Mai controlli, nessuna messa in sicurezza. È stata abbandonata una bomba ambientale in un luogo di pregio naturalistico finché la Natura non ha presentato il conto». Marcato ha anche riportato il desiderio di molti cittadini di attivarsi per una pulizia volontaria delle rive del Rovigo e del Santerno, oggi più che mai necessaria. Tuttavia, le autorità hanno ribadito l’intenzione di non permettere interventi spontanei, richiamando ragioni di sicurezza. Una posizione che, secondo molti, rischia di rallentare ulteriormente i tempi della bonifica, stimata in almeno sette-otto mesi.

Intanto, mentre si parlava in consiglio, la situazione sul territorio peggiorava: dopo una notte di pioggia intensa, la corrente ha strappato via la rete di contenimento installata nei pressi della Lastra per trattenere i rifiuti, e questi hanno ripreso a scorrere a valle, minacciando anche l’impianto di potabilizzazione di Borgo Tossignano. Un dettaglio che ha suscitato la preoccupazione della vicesindaca di Imola: «L’acqua ci unisce, sì, ma ora ci uniscono anche i rifiuti che ci galleggiano dentro. E quei filtri a sabbia non fermano le microplastiche. Ricordiamoci che a Borgo Tossignano c’è l’impianto di potabilizzazione ».

Il Consiglio ha ipotizzato la nomina di un commissario straordinario per gestire l’emergenza, ma per ora la frustrazione cresce tra cittadini e associazioni, che si sentono esclusi da un processo decisionale che li riguarda da vicino. La richiesta che emerge con forza è quella di una risposta rapida, trasparente e realmente partecipata. Perché il tempo stringe, e il fiume non aspetta.

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