Imola, quadruplicazione della ferrovia: «Progetto faraonico devastante»

«Un’opera faraonica, che distruggerà i nostri territori. Sulla quale è mancata informazione, costerà tantissimo, ma soprattutto: ne abbiamo realmente bisogno?». L’opera in questione è quella annunciata il 7 maggio scorso dal ministero delle infrastrutture ed Rfi, la quadruplicazione della ferrovia da Bologna a Castel Bolognese, opera da 3,6 miliardi da realizzarsi fra il 2026 e il 2031. Questo sarebbe solo il primo tratto, poi dovrebbe proseguire verso sud, costo globale una decina di miliardi di euro, una sorta di “ponte di Messina due” di cui però poco si parla.
In sede di presentazione il ministero ed Rfi ne hanno evidenziato i benefici, come riportato dalle agenzie riprese anche dalla stampa locale: «Un’infrastruttura fondamentale per rilanciare non solo l’Emilia-Romagna, anche le Marche e tutta la dorsale adriatica» sono state le parole del viceministro ai Trasporti Edoardo Rixi. «Fondamentale per lo sviluppo trasportistico ed economico, e il presupposto per nuovi servizi ai passeggeri e per incrementare il trasporto regionale e metropolitano» aveva detto l’amministratore delegato e direttore generale di Rfi Gianpiero Strisciuglio annunciando una serie di incontri pubblici. Tre ci sono già stati, ma dove? On line sulla piattaforma Zoom previa iscrizione per accedere, con sbarramento a 200 contatti dice chi si è collegato come i professionisti imolesi che hanno deciso di vederci chiaro e che ora chiedono trasparenza reale. «Siamo un gruppo di cittadini e professionisti del comune di Imola e frazione San Prospero, fortemente preoccupati per il progetto di costruzione del viadotto ferroviario destinato al trasporto merci in alta velocità - spiega l’ingegnere Stefano Franceschelli che insieme alla collega Serena Cimatti, all’agronomo Enrico Salaroli e alla dottoressa in legge Giulia Massioni ha deciso di sensibilizzare l’opinione pubblica locale e interpellare l’amministrazione comunale per avere un confronto pubblico dal vivo. Nella presentazione del progetto da parte di Rfi e ministero si è parlato di alcune ipotesi in variante senza entrare nel dettaglio. «Il progetto di massima fin qui reso noto - continua Franceschelli - prevede la realizzazione di un viadotto lungo 40 km e alto dai 10 metri in su, e presenta numerose criticità che avranno un impatto devastante sia sulle nostre comunità che sull’ambiente circostante». Tra i principali problemi evidenziati: «Comunicazione inadeguata: nonostante l’importanza del progetto, la comunicazione verso i cittadini e le imprese locali è stata insufficiente, arrivata essenzialmente con il passaparola, con molti ancora ignari delle implicazioni dell’opera. L’impatto ambientale e paesaggistico: la costruzione del viadotto danneggerà irreversibilmente l’estetica naturale e l’attrattiva turistica della nostra regione, compromettendo il benessere generale della comunità. Congestione dei trasporti: la coincidenza dei cantieri per il viadotto ferroviario e la quarta corsia autostradale creerà disagi significativi per i residenti, isolando le comunità e le aree industriali, e complicando gli spostamenti quotidiani. Impatto sull’agricoltura e sull’industria locale: la realizzazione dell’opera comporterà espropri e tagli alle coltivazioni, con gravi danni per le attività agricole e industriali che rappresentano il cuore produttivo della nostra zona». Anche l’imponente mole di soldi da spendere, 3,65 miliardi di euro per ora, fa discutere, specie con quello che l’alluvione ha provocato alle infrastrutture da queste parti. Intanto nelle frazioni di San Prospero e Chiusura è partita una raccolta firme. «Ho partecipato alle riunioni pubbliche on line dalla terza in poi, saputo della cosa - continua Franceschelli -, quello che è emerso, paradossalmente, è che Rfi ha tracciato delle linee con un limite nord e uno sud, ma lungo il tracciato sembra non sapere cosa ci sia esattamente, e ci sono abitazioni, campi, anche parte del polo industriale di Imola, seguendo quella linea un pilone sarebbe al centro della rotonda davanti al casello autostradale di Imola, ad esempio».
Domani è previsto il quarto e ultimo dibattito pubblico, previsto alle 17, durante il quale verranno discussi gli aspetti ambientali del progetto. Tutte le informazioni note in merito al progetto sono su www.dpbolognacastelbolognese.it/progetto/