Imola, quadruplicamento della ferrovia anche il Circondario imolese sostiene la soluzione del tunnel interrato

Imola

Sul filo di lana come annunciato il coordinamento dei comitati, che ne raggruppa 4 ma ce ne sono anche altri, hanno presentato l’osservazione condivisa sul quadruplicamento della ferrovia proposto da Rfi. Ma lo stesso 28 gennaio al responsabile del dibattito pubblico che ora ha 60 giorni per tornare le fila e portare la sua relazione al proponente del progetto affinché ne tenga conto, hanno depositato le loro osservazioni anche la regione Emilia Romagna, Il Circondario di Imola, Coldiretti Emilia Romagna, il comune di Castel Bolognese e altri due comitati: Alta Velocità Solarolo e Fonti di Colunga.

Che sia il territorio imolese l’epicentro della protesta lo ha dimostrato l’attivismo dei comitati che si sono riuniti coordinati da No Viadotto, ma ci sono soggetti altrettanto contrari all’infrastruttura, o quanto meno a quanto prefigurato fino a qui, che si sono organizzati e hanno espresso la loro posizione partecipando allo stesso dibattito pubblico. Sono il comitato imolese No affiancamento, sorto quando qualcuno avanzava anche l’ipotesi di costruire lungo l’attuale direttrice ampliandola, ipotesi che sembra tramontata definitivamente con al relazione dello scorso ottobre dello stesso responsabile del dibattito pubblico, e anche il comitato Tutela aziende Bicocca Colombarotto che vede in testa Cefla.

Pur premettendo «l’assoluto interesse al progetto di potenziamento della linea ferroviaria adriatica, e in particolare della tratta Bologna-Ravenna che da tempo la Regione Emilia-Romagna intende implementare allo scopo di aumentare i servizi per i cittadini e la competitività del territorio, e per rafforzare la rete locale di mobilità sostenibile», l’ente di via Boccaccio presieduto da Marco Panieri contesta il fatto che fin qui Rfi abbia avanzato proposte, sia pure modificate di poco in corso di discussione, che «non rispondono alle richieste formulate nelle Osservazioni del territorio né prendono in considerazione soluzioni alternative al viadotto ferroviario continuo rialzato». Per questo condivide sostanzialmente quanto proposto dal coordinamento dei comitati: il tunnel interrato a nord della ferrovia che attraversi una fascia della zona industriale non interessata da insediamenti urbani secondo una linea indicata dagli stessi comitati fin dall’inizio. «Chiediamo pertanto di approfondire in modo mirato la soluzione in galleria per l’attraversamento di Imola in modo da ridurre al minimo l’impatto della nuova infrastruttura sull’abitato, anche sul piano acustico - scrive il Circondario -. Non possiamo accontentarci di una bocciatura di questa soluzione sulla base delle “criticità” evidenziate in un’ipotesi di massima con interramento a -35m e rampe di 900 metri “in trincea” con una pendenza massima del 12 per mille, motivata genericamente dalle caratteristiche della linea AV/AC anche alla luce di quanto evidenziato dal Contributo Unitario in tema di velocità di progetto della Linea AV. Inoltre, come esplicitamente dichiarato dai tecnici Rfi nell’incontro del tavolo interistituzionale, realizzare una galleria in un ambito privo di edifici consentirebbe di ridurre le profondità della galleria portando la sommità della stessa ad una altezza tra i 7 e i 20m». a quel punto, suggerisce il Circondario, la soluzione in tratti tramite galleria, merita poi di essere valutata anche per gli altri ambiti coinvolti. Se il tunnel non si potrà fare, in seconda battuta suggerisce una soluzione « in rilevato appena al di sopra del tirante idrico che consentirebbe comunque di salvaguardare da allagamenti il tracciato prevedendo idonee opere di scorrimento trasversale verso valle delle eventuali acque al di sotto del medesimo. La quota del piano di scorrimento potrebbe essere rialzata in forte elevazione solo per le parti necessarie a risolvere gli attraversamenti puntuali delle infrastrutture intercettate, riducendo così l’impatto visivo e paesaggistico dell’opera».

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