Imola, nuova aggressione al Pronto soccorso
Un nuovo grave episodio di violenza verso gli operatori sanitari si è verificato questa mattina al Pronto Soccorso dell’ospedale S.Maria della Scaletta di Imola. Lo segnalano i sindacati Cisl e Uil. Alle 7 di stamattina – racconta la Uil - un italiano che era stato portato in pronto soccorso per minacciate pratiche autolesionistiche unitamente alla fidanzata per cui era stato previsto un TSO psichiatrico ha dato in escandescenze al diniego di quest’ultima di sottoporsi allo stesso. L’aggressore è intervenuto colpendo il primo infermiere con calci e pugni facendolo cadere a terra, poi colpendo anche l’altro infermiere intervenuto in soccorso del collega unitamente al medico che stava visitandolo. Nel corso della collutazione l’aggressore dopo avere afferrato il bastone che sorreggeva la flebo che gli stavano praticando ha iniziato a provocare danni alle attrezzature mediche nelle vicinanze nel mentre veniva immobilizzato prima che colpisse l’infermiere che era caduto a terra per i pugni e calci ricevuti in precedenza
«Per tanti anni, una colpevole svalutazione del lavoro pubblico, operata dalla politica, ha prodotto l’idea che talune carenze nei servizi pubblici, fossero imputabili al personale dipendente. La verità è che, i dipendenti pubblici, hanno spesso garantito i servizi pubblici con grande sacrificio e mettendoci tutto il proprio impegno, colmando lacune strutturali derivanti da scelte e tagli di risorse e di organico imputabili a scelte politiche. Per la Uil rimane fondamentale la battaglia per la difesa dei servizi pubblici e per la sicurezza nei posti di lavoro sostenuta anche con la campagna della UIL Nazionale sul tema Sicurezza sul Lavoro (Zero Morti sul Lavoro)» scrivono Marcello Borghetti, Segretario Generale Uil Emilia Romagna, Paolo Palmarini, Segretario Generale Uil Fpl Emilia Romagna e Giuseppe Rago, Coordinatore Confederale Uil Emilia Romagna e Uil Fpl.
«L’ultimo episodio accaduto sempre in PS ad Imola lo avevamo denunciato nel dicembre 2023 con analoghe aggressioni. Negli anni abbiamo sollecitato più volte che vi fosse vigilanza privata e delle forze dell’ordine, ma la presenza di una guardia giurata dalle 18 alle 2 di notte serve a poco, la presenza deve essere garantita h24, ed anche stamattina il personale ha dovuto fronteggiare da solo l’arrivo delle forze dell’ordine che erano state allertate. Continueremo ad essere irremovibili su questo punto, non è più tollerabile recarsi a lavoro per fornire aiuto ed essere costretti questo aiuto a doverlo richiedere a rischio della propria incolumità».
«Come Cisl FP - dichiara Stefano Franceschelli, Segretario Generale Cisl FP Area Metropolitana Bolognese - esprimiamo innanzitutto la totale vicinanza agli operatori feriti e ai colleghi che hanno vissuto un momento di forte panico, siamo fortemente preoccupati per la vera e propria escalation di violenza che in queste settimane si sta riscontrando nelle strutture sanitarie e in particolare nei Pronto Soccorso. Il tema della sicurezza non è nuovo nemmeno all’ospedale di Imola dove recentemente si era intervenuti potenziando la sorveglianza presso l’atrio di accesso principale ma è chiaro che resta ancora tanto da fare su questo fronte, non è possibile che persone già note per aggressività possano accedere liberamente al PS mettendo a repentaglio la sicurezza dei sanitari. Torna quindi il tema che come sindacati avevamo sollevato già in passato e che ancora non ha trovato una soluzione. Di notte, nella fascia più critica, manca la sorveglianza dell’operatore di Polizia che resta in ospedale fino alle 18:00. Inoltre nelle aree più a rischio serve, come abbiamo detto allo sfinimento in questi anni, un numero maggiore di personale perchè nelle situazioni di emergenza la solitudine degli operatori contro i violenti è un fattore di rischio elevato. Il filo rosso della violenza ha toccato diverse strutture in queste settimane, occorre che questo tema diventi primario nell’agenda delle istituzioni per trovare quantomeno a livello territoriale e regionale delle risposte concrete attraverso un potenziamento della sicurezza e la predisposizione di campagne informative che disinneschino questa pericolosa escalation».