Imola, Legambiente: «Danni al Parco delle Acque, ma il Comune chiede fondi solo per la pista»

Imola
  • 24 luglio 2024

Legambiente Medicina, che fra gli attivisti vede anche militanti del Comitato autodromo, mette insieme una serie di dati degli ultimi anni, fino all’alluvione 2023, e decide di scrivere alla Soprintendenza per chiedere un sopralluogo formale al parco delle Acque Minerali. Secondo l’associazione ambientalista, da sempre critica nei confronti dell’amministrazione comunale a guida Pd, parte dal contestare il fatto che il Comune non si sarebbe dato da fare per chiedere, e investire, fondi al commissario straordinario per la ricostruzione per rimettere in sesto alberature e sentieri, ma solo per sistemare l’autodromo, che dentro allo stesso parco corre per la massima parte della sua estensione. Nella lettera spedita alla Soprintendenza, e per conoscenza a Comune ed Area blu che del parco ha in capo la manutenzione, Legambiente ripercorre una serie di segnalazioni inviate alla Soprintendenza a partire dal 2015.

«L’amministrazione comunale di Imola, stante la sua risposta ad una nostra specifica istanza, non ha richiesto finanziamenti al Commissario straordinario alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione, generale Figliuolo, per il ripristino dei danni subiti dal Parco delle Acque Minerali conseguenti agli eventi di alluvione/frane di maggio 2023 -scrive Legambiente -. Nello specifico ci riferiamo alle nuove frane che si sono verificate sul versante ovest del monte Castellaccio e che hanno trascinato verso valle tratti di sentieri che caratterizzano la zona, il muretto a secco e le staccionate». Poi l’affondo: «L’Amministrazione è stata solerte a chiedere e ottenere, in un momento così difficile, 8,5 milioni di euro per il ripristino del muro dell’autodromo, ma dimenticare, o non ravvisare la necessità, di chiedere finanziamenti per il ripristino dei sentieri del Parco. Il Comune di Imola ha giustificato la sua scelta affidandosi ad una nota di Area Blu che sull’argomento così si è espressa: “L’alluvione del maggio 2023 non ha provocato ulteriori frane (se non piccole erosioni superficiali) rispetto a quella che nel 2016/17 interruppe il sentiero pedonale che dall’area ex Bambinopoli sale al Monte Castellaccio. Pertanto, non sono stati fatti interventi specifici con fondi destinati al ripristino dei danni alluvionali”». Ovviamente Legambiente contesta e giudica la mancata richiesta «incomprensibile negligenza verso il primo Parco cittadino, documentato polmone verde imolese di elevato valore storico/ambiental». Per questo l’associazione chiede formalmente di poter fare un sopralluogo in sieme alla Soprintendenza stessa e a rappresentanti del Comune di Imola e Area Blu, per «verificare il danno provocato dai fenomeni franosi superficiali avvenuti a causa degli eventi atmosferici di maggio 2023 e chiarire i tempi di sistemazione del sentiero per renderlo di nuovo fruibile in sicurezza. Inoltre, di conoscere quali fondi verranno utilizzati per il ripristino, considerato che non sono stati chiesti finanziamenti al Commissario straordinario alla ricostruzione. Sarà anche l’occasione per verificare il triste spettacolo di almeno 50 alberi secchi che svettano sul monte Castellaccio, a testimonianza di un progressivo quanto inaccettabile degrado del primo Parco cittadino».

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