Imola, la tragedia della piccola Arkea, l’indagine per omicidio colposo e l’appello

Imola

Come è successo che nessuno abbia visto la piccola Arkea Pepa cadere, per sbaglio o per un malore, magari annaspare? Per quanti attimi, minuti, seppure così piccola, 5 anni, è rimasta senza uno sguardo vigile su di lei? Adesso ci sono un procuratore della Repubblica e un maggiore dei carabinieri che hanno il compito gravoso di trovare una risposta a questa domanda, perché il gioco d’estate di una bimba si è capovolto ed è diventato una incommensurabile tragedia. Perché Arkea, nessuno l’ha acciuffata e riportata fuori in tempo dall’acqua della piscina. Quando si sono resi conto che non stava giocando a faccia in giù ma ormai galleggiava, i bagnanti hanno gridato, il bagnino si è tuffato, la madre, che in quegli istanti in cui tutto il suo mondo cambiava non era in acqua con lei, si è resa conto che quella era proprio la sua piccola.

Gli atti della Procura

Ieri il pubblico ministero Marco Forte, che coordina le indagini affidate alla Compagnia carabinieri comandata dal maggiore Andrea Oxilia, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. Gli accertamenti si concentrano sul ruolo della madre e dei bagnini della struttura e i rispettivi compiti di sicurezza e della vigilanza. Il pm non ha disposto l’autopsia, perché non vi sarebbero dubbi sulla morte per annegamento della piccola e l’ipotesi di un malore non cambierebbe il quadro, né la domanda a cui il pubblico ministero cerca risposta: perché la bimba è rimasta sola il tempo bastato per non poter più essere salvata?

L’appello dei carabinieri

Fin dalle prime ore di ieri i carabinieri sono tornati alla piscina per continuare a sentire persone e fare verifiche. Il maggiore Andrea Oxilia ha anche lanciato un appello in accordo con la Procura: «Chiediamo ai cittadini che fossero presenti in piscina mercoledì, di venire in caserma se c’è qualcuno che possa fornire dichiarazioni sull’accaduto e magari anche foto o video, fatti magari ai propri figli, parenti o amici, dai quali possa essere emerso, riguardandoli, anche solo un fotogramma o qualche elemento utile per aiutarci nella ricostruzione complessa di quanto è accaduto». Nella struttura ci sono alcune telecamere di videosorveglianza che non riprendono il punto esatto ma aree circostanti. Ogni immagine può quindi aiutare a capire quando la bambina si è staccata dalla madre, come sia finita in acqua, quanto vi sia rimasta.

La ricostruzione faticosa

Per ora si sa che la piccola Arkea era andata in piscina mercoledì con la madre e la sorellina più piccola, che ha circa un anno. Era stata vista, nel corso del pomeriggio, giocare nella piscina dei più piccoli con altri bambini, mentre l’annegamento è avvenuto nella piscina “media” quella dove di solito si assiepano più persone perché dotata di idromassaggio, il cui punto di massima profondità è di un metro e venti centimetri. Lì la bimba, sfuggita probabilmente al controllo della mamma, potrebbe essere entrata in un punto in cui toccava per poi essersi trovata nell’acqua comunque troppo alta per lei, oppure qualcuno potrebbe averla urtata e fatta cadere, o forse potrebbe aver avuto un malore. Quello che è certo è che quando è stata vista galleggiare a faccia in giù era da sola.

Quando i bagnanti hanno cominciato a gridare, uno dei bagnini distante pochi metri si è tuffato, ha iniziato le manovre di rianimazione in attesa del 118. In piscina era presente almeno un’altra persona (i carabinieri la stanno identificando) che si è qualificata idonea per il soccorso e ha aiutato il bagnino, mentre erano in contatto con il 118. Sul posto è atterrato anche l’elisoccorso con un medico rianimatore e le manovre per far riprendere conoscenza alla piccola sono durate circa un’ora, prima di caricare la piccola in ambulanza e portarla all’ospedale di Imola dove purtroppo non è rimasto altro da fare che constatare il decesso.

La famiglia

Comprensibile lo strazio immenso della famiglia, in primis della madre quando si è accorta di tutto, e del padre che non era con loro in piscina ma si è precipitato dal posto di lavoro saputo quello che era successo. Una famiglia di origini albanesi che abita a Casalfiumanese e bene integrata, il padre lavora in una azienda edile, la piccola Arkea frequentava la scuola dell’infanzia del paese. Ieri ha fatto loro visita la sindaca Beatrice Poli «per portare la vicinanza della comunità in queste ore di grande silenzio».

La direzione del Molino Rosso

«Siamo stravolti, una tragedia terribile, il rammarico e la frustrazione è che nonostante noi avessimo tutto in ordine, bagnini, defibrillatore, dispositivi di sicurezza, non è bastato a scongiurare questa tragedia - dicono dalla direzione del Molino Rosso -. In 34 anni di onorata carriera non era mai successo nulla».

«Non sappiamo se la bimba abbia avuto un malore o se sia successo altro. Sappiamo che i nostri bagnini erano presenti e che nell’immediato si sono fatte avanti anche altre persone che si sono dichiarate idonee a soccorrere la bambina - continuano dalla direzione di via Selice- . Manovre di soccorso che sono state fatte in collegamento telefonico e video costante con il 118 che controllava le manovre. Poi sono arrivate le ambulanze, tante e anche velocissime, e pure l’elisoccorso con il rianimatore, ma non c’è stato niente da fare». «Possiamo dire che la struttura è regolare, e infatti non è stata posta sotto sequestro e abbiamo potuto riaprire il giorno seguente la tragedia. I bagnini in servizio sono due di norma e c’erano entrambi, più uno a disposizione fuori servizio, che era nei paraggi, e ci serve per i giorni di massima affluenza. Ma mercoledì c’era la metà della normale capienza della piscina e a bordo vasca erano appunto in due. I bagnini controllano sia la piscina più grande che ha anche i trampolini, quella dei bambini e anche questa vasca media, perché anche se qui l’acqua è bassa, il massimo di profondità è di un metro e venti centimetri, ci sono sempre dei bambini. Anche se la piscina non è stata messa sotto sequestro, abbiamo immediatamente annullato l’evento Vivir previsto il giorno dopo (ieri, ndr), non era proprio il caso di fare festa».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui