Imola, l’autodromo destinazione del made in Italy: metà degli ospiti viene dall’estero

Imola

RIMINI. Imola non si ferma alla Formula Uno ma si propone 365 giorni l’anno con l’autodromo come destinazione turistica del Made in Italy, un circuito in grado di giocare di squadra con i servizi e l’offerta che la città può mettere in campo, sfruttando la sua vicinanza. Al Ttg di Rimini, la fiera dedicata al turismo, l’assessora a Turismo, Autodromo e Grandi Eventi, Elena Penazzi e il direttore generale dell’Autodromo, Pietro Benvenuti ieri hanno illustrato la mission. L’amministratore unico di Jfc Massimo Feruzzi ha invece mostrato i primi dati relativi all’impatto del Gran Premio di Formula Uno e del Wec Fia (quelli definitivi e completi saranno forniti a fine anno). Nel primo caso il 59,2% degli ospiti è arrivato dall’estero, da 39 diversi Paesi. Le prime tre nazioni di provenienza: Regno Unito, Germania, Francia. Nel secondo gli ospiti esteri sono il 46,6%, in arrivo da 18 nazioni: in questo caso l’ordine è Germania, Francia e Regno Unito.

Le ricadute

Imola gioca di squadra anche con il resto della regione. Sempre considerando i due grandi eventi di prima, la Formula Uno ha fatto soggiornare nell’area di Imola-Faenza solo il 54,2% degli ospiti che hanno scelto di dormire almeno una notte. Il Wec Fia il 70,7%. Questo vuol dire che hanno tratto un grosso beneficio dagli eventi anche la zona di Bologna e della riviera, fino a Rimini e Cattolica. Le tipologie di alloggio scelte per la Formula Uno sono l’hotel per il 47,5%, l’appartamento per il 20,2 e il b&b per il 13,9. Nel caso del Wec hotel al 57,1%, appartamento al 10,9% e b&b al 12,8%. Non mancano però quanti sono venuti in camper.

Il futuro

Il 2025 vede tre grandi eventi in programma: Fia Wec il 20 aprile, Formula Uno il 18 maggio, concerto di Max Pezzali il 12 luglio.

«Il nostro autodromo - spiega Penazzi - può essere definito “Autodromo15minuti”. La stazione dei treni è a un chilometro e mezzo e in 15 minuti può essere raggiunta a piedi passando dal centro storico che a sua volta è raggiungibile in 6-7 minuti dove si possono trovare tanti eventi collaterali, proposte culturali e di intrattenimento, e i servizi di cui si può avere bisogno».

«Chi ha pensato l’autodromo 70 anni fa ha avuto una lungimiranza incredibile - conferma Benvenuti -. Oggi noi dobbiamo garantire al nostro impianto altri 100 anni di vita anche non dovesse esserci più la Formula Uno. Il connubio con la città, irripetibile in altri circuiti del mondo grazie alla vicinanza fisica, è stato apprezzato dal pubblico. Il nostro obiettivo è sempre più quello di sfruttare le opportunità che il progetto sulla polifunzionalità ci offre per ospitare manifestazioni ed eventi, non solo legati al motor sport, che permettano a un pubblico più ampio di vivere l’impianto e la città negli anni a venire. Testimonianza di questo sono gli eventi legati ai concerti, al ciclismo (per esempio i Mondiali del 2020, ndr), al podismo, alle attività congressuali e fieristiche sempre più in crescita in questo ultimo anno».

Benvenuti però è convinto che bisogna sempre più aprirsi all’estero e che anche l’autodromo può essere oggetto di un forte investimento dello Stato, garantendo quindi i gran premi futuri, nella misura in cui saprà essere di promozione a tutta l’Italia. «La Formula Uno è conosciuta in tutto il mondo e l’indotto che può generare è enorme. Per questo dobbiamo sempre più cercare il mondo estero per essere sempre più conosciuti a livello internazionale».

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