Imola, l’assessora all’ambiente: “Discarica, cinque fasi per gestire il dopo. Chiariremo in una commissione ad hoc”

Imola

La scelta della giunta comunale di annunciare con una diretta Facebook la fine dei conferimenti dei rifiuti alla discarica di Pediano ha lasciato in sospeso molti interrogativi. L’opposizione di centrodestra ha richiesto a gran voce una commissione consigliare per fare chiarezza sugli ultimi passaggi e soprattutto sul futuro, il comitato Vediamoci chiaro ha rimarcato come il percorso della chiusura dell’impianto sia stato segnato da ricorsi in tribunale e al Capo dello Stato e come i conferimenti siano proseguiti oltre le sentenze iniziali. Abbiamo fatto qualche domanda all’assessora all’Ambiente Elisa Spada, ecco le risposte.

Quali sono i tempi e le modalità con cui verrà gestita da ora in poi la discarica chiusa: esiste già un progetto tecnico sul da farsi, in capo a chi (Hera, Con.Ami, Comune, altri...) e con quali risorse sarà coperto , a bilancio di quale ente?

«Tutte le fasi successive al termine dei conferimenti sono già definite e approvate all’interno dell’Autorizzazione integrata ambientale vigente. I lavori sono in capo a Herambiente e sono finanziati nei piani finanziari specifici. Nel dettaglio le fasi di lavoro sono le seguenti. Fase 1: realizzazione di una copertura provvisoria su tutta la superficie della discarica che prevede i seguenti strati: 50 cm di ghiaia che ha la funzione di garantire il corretto drenaggio del biogas ed il convogliamento dello stesso al sistema di recupero energetico (motori), posa di un telo in materiale geotessile che ha la funzione di separazione e stabilizzazione degli strati ghiaia - argilla, posa di uno strato di argilla dello spessore di 80 cm che ha funzione impermeabilizzante per evitare infiltrazione delle acque meteoriche. Tutti i materiali saranno progressivamente approvvigionati dall’esterno a meno di una parte di argilla che è stata ricavata dalla rimozione delle coperture delle aree interessate dal lotto in sopraelevazione. Le forniture dei materiali proseguiranno fino al completamento della copertura provvisoria che, salvo condizioni meteorologiche avverse, è previsto per marzo 2025. La seconda fase prevede un periodo di assestamento del corpo di discarica che per normativa ha la durata di 2 anni dall’ultimo conferimento. Durante questo periodo rimangono attivi i presidi di controllo biogas e percolato, la valutazione degli assestamenti, il corretto deflusso delle acque meteoriche. Fase 3: realizzazione della copertura definitiva come prevista dalla norma e dal progetto approvato. La copertura è costituita da un pacchetto multistrato di materiali naturali (terreno vegetale) e geosintetici (ad esempio geocopositi drenanti, geogriglie) in grado di isolare i rifiuti dall’ambiente esterno, minimizzare le infiltrazioni di acqua e contenere le emissioni della discarica. Anche in tale fase è necessariamente previsto il ricorso a mezzi operativi di movimentazione e compattazione sulla discarica e l’approvvigionamento dei materiali dall’esterno. Fase 4: realizzazione del piano di ripristino ambientale su tutta la superficie del terzo lotto di discarica e sopraelevazione, comprese le aree di raccordo con il 1-2 lotto, che prevede la semina di un prato polifita. È inoltre prevista la messa a dimora di macchie arbustive sull’area di ripristino finale del terzo lotto in sopraelevazione. Infine, saranno potenziati i filari esistenti di cipresso mediterraneo e di esemplari di specie arboree ed arbustive autoctone per una migliore stratificazione vegetazionale e biodiversità lungo il perimetro. Le attività di copertura finale e ripristino ambientale impegneranno un arco temporale di circa un anno e mezzo, se ne stima il completamento entro l’anno 2028. Solo recentemente il piano di ripristino è stato aggiornato a seguito della previsione di realizzazione dell’impianto fotovoltaico. La quinta fase, di post gestione, prevede che al termine della copertura definitiva, previa verifica degli enti competenti, la discarica inizi la fase cosiddetta di post gestione che, da norma, ha una durata di almeno 30 anni. Durante questo periodo rimangono attivi i presidi di gestione del biogas e del percolato, la valutazione degli assestamenti e le normali attività di manutenzione del verde e dei sistemi scolanti le acque superficiali».

E’ stato fatto o previsto un monitoraggio ambientale che fotografi la situazione dei terreni al momento della chiusura? Cosa dice l’eventuale monitoraggio oggi?

«A fine 2015 sono stati fatti interventi di bonifica con asportazione del terreno attorno alle vasche del percolato e sono state eliminate due vasche di contenimento del percolato. La bonifica è terminata nel 2018. A questa azione si sono accompagnati monitoraggi effettuati da Arpae che il Comune ha chiesto di proseguire. In particolare a luglio 2023 abbiamo chiesto ad Arpae di proseguire la campagna di monitoraggi fino al 2025, così da monitorare anche l’annualità successiva alla chiusura della discarica. Le relazioni dei monitoraggi effettuati da Arpae sono disponibili sul sito di Arpae stessa. Nel corso delle fasi di gestione sopra descritte fase 1-2-3-4-5 rimane operativo il piano di monitoraggio e controllo già delineato ed approvato nell’ambito della Autorizzazione integrata ambientale. In merito al monitoraggio in continuo degli odori con nasi elettronici, al termine dei conferimenti, ne è previsto il prosieguo presso i recettori residenziali mentre sarà interrotto quello eseguito con i nasi elettronici posti entro i confini del comparto impiantistico».

I rifiuti urbani non pericolosi prodotti dagli imolesi e raccolti a Imola dove vengono smaltiti attualmente e dove verranno conferiti in futuro?

«Dal 28 novembre di quest’anno i rifiuti indifferenziati vengono conferiti al termovalorizzatore di Bologna Frullo Energia Ambiente gestito da Herambiente, in via del rullo a Granarolo dell’Emilia».

Nell’annuncio fatto dalla giunta si fa riferimento a un impianto di trattamento rifiuti Tmb previsto in altra zona di Imola. In quale zona, con quale capienza, che sarà attivato e nel caso da quando, con quali caratteristiche e per quali rifiuti specifici, gestito da Hera o da altri soggetti pubblici o privati?

«Il desiderio dell’amministrazione sarebbe quello che l’impianto Tmb fosse spostato in un’area migliore dal punto di vista della logistica così da evitare completamente il passaggio di camion sulla via Pediano, che comunque ora, a seguito della chiusura della discarica, caleranno sensibilmente. Ad oggi non c’è in campo alcuna alternativa concreta, pertanto l’impianto resterà nel luogo in cui si trova».

Un anno fa era stato fatto un ricorso al presidente della Repubblica da parte del comitato Vediamoci chiaro rispetto alla riattivazione per accogliere i rifiuti alluvionali. E’ arrivata una risposta al Comune di Imola?

«No».

L’opposizione, FdI in particolare, sostiene che della mole di rifiuti conferiti nell’anno 2024 solo il 4% sia alla fine riferibile effettivamente all’alluvione? L’amministrazione comunale ha cifre differenti ? In caso contrario come spiega il dato?

«In data 13 novembre 2024 è stata data risposta a un accesso agli atti da parte di un consigliere comunale comunicando i dati del report di Hera che, per i conferimenti dal 10 luglio 2023 all’ 8 novembre 2024 riportano quanto segue: delle 189.175 tonnellate di rifiuti conferiti nel periodo quelli provenienti da territori alluvionati sono 26.110 tonnellate pari al 13.8%. Il Comune di Imola aveva dato indicazione di mettere a disposizione la discarica per i rifiuti dell’alluvione ed è stato uno degli strumenti per dare una risposta rapida al tema dei rifiuti alluvionali che non potevano essere stoccati per lungo periodo nei piazzali messi a disposizione nei vari territori comunali».

Come mai la giunta ha deciso di dare un annuncio così importante via Facebook senza un passaggio in commissione consigliare, che ora viene richiesta dalle opposizioni a gran voce, ma anche senza convocare la stampa locale?

«La giunta ha comunicato un fatto oggettivo, ovvero la fine dei conferimenti, per dare contezza del raggiungimento di un impegno preso. Le fasi da qui in avanti e i monitoraggi relativi sono già stati definiti e autorizzati in fase di autorizzazione, come ho specificato prima. Sarà mia cura illustrarle in una commissione consiliare dedicata».

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