Imola, grandi firme gastronomiche in piazza Matteotti il pasticcere Sebastiano Caridi riapre l’ex Bacchilega il 26 ottobre e Max Mascia inaugura Semplice
Sono i dirimpettai più famosi in città. Entrambi alacremente al lavoro sui lati opposti di piazza Matteotti, nei rispettivi cantieri ormai agli sgoccioli e che una volta finiti regaleranno alla città due nuove proposte gastronomiche di altissimo livello nel raggio di pochi metri. Linfa vitale per il centro di Imola e in particolare per la piazza principale che di recente ha ripreso vita grazie all’affacciarsi anche di altre due attività, il forno pasticceria ControCorrente, ex Dulcis, e la gelateria Ferri. Queste due ulteriori nuove realtà, visti i nomi in campo, certamente richiameranno pubblico anche da fuori città, e se a Imola esiste una movida in attesa solo di nuove buone occasioni, sarà questo il momento giusto per testarlo.
L’ex Bacchilega riapre il 26
Sebastiano Caridi, pasticcere di origini calabresi, naturalizzato romagnolo, con già due locali aperti, uno nel 2016 a Faenza e uno nel 2019 a Bologna, ci scherza su: «Prendendo la gestione dell’ex Bacchilega sono diventato molto più famoso di quello che pensavo di essere, in poco tempo». Le sette saracinesche e le insegne storiche sono state lucidate, dentro i lavori corrono, le sorprese non mancheranno. «Abbiamo cercato di rispettare al massimo il locale e la sua storicità, certo abbiamo dovuto fare dei cambiamenti, anche dettati dalle nuove norme - spiega Sebastiano Caridi - ma abbiamo mantenuto la antica scala a chiocciola, una parte dei legni del bancone, che appena è stato mosso ha ceduto per la vetustà, e li abbiamo recuperati. Anche il nuovo grande lampadario fatto apposta per noi riprenderà le forme di quello storico. Pure il nome Bacchilega resterà, per rispetto alla storicità del locale, poi ci sarà ovviamente la mia firma». La assoluta novità sarà la saletta soprastante aperta al pubblico, e accessibile ai disabili, ricavata dall’ex laboratorio. Gli imolesi hanno a cuore quel luogo quasi secolare, gli anziani lo chiamano ancora Zanarini, che ne fu il fondatore nel 1929, a metà strada c’è chi ha sempre frequentato il Bacchilega di Mario poi dei figli Nicoletta e Marco, e ha nel cuore sfogliate allo zabaione e cioccolata in tazza con panna, i giovanissimi che erano troppo piccoli per il caffè e lo hanno sempre visto chiuso passando davanti al cantiere oggi si chiedono “ma lì cosa c’è?”. Dal 26 ottobre tutto sarà svelato. In una notte i soci Sebastiano Caridi e Giorgio Gonelli hanno deciso: si apre. Il personale è stato già selezionato, quasi una ventina di persone fra il locale e il laboratorio ricavato nella ex edicola sotto l’orologio, la carta delle proposte è pronta, la linea di pasticceria rinnovata. «L’intento era arrivare in tempo per far mangiare il mio panettone agli imolesi - dice Caridi, e quel tempo è stato rispettato -. Prima cominciamo e meglio è, l’investimento economico è stato enorme e dobbiamo iniziare a lavorare. Il mio obiettivo è dare agli imolesi la qualità che si merita questa città, cercando di riportare in centro chi, mi dicono, nel tempo si era allontanato. Il fatto di partire in un momento in cui su questa piazza apre anche una altra realtà con i nomi importanti del San Domenico è per me motivo di orgoglio e stimolo, credo che sarà una bellissima piazza».
Semplice sta arrivando
Sotto il portico del palazzo Sersanti, di fronte, c’è già l’insegna del nuovo ristorante di Max Mascia e dei suoi soci Francesco Cioria e Giacomo Marcattilli, tutti impegnati anche al San Domenico, più l’outsider, anche lui imolese, Davide Camanzi, assicuratore con la passione della buona cucina. Nei locali che furono dell’ex Forum Cornelii, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, entro la prima decade di novembre aprirà la cucina di “Semplice”, ristorantino da 35/40 posti al massimo nelle sale rimesse a nuovo sotto i portici del Sersanti. «La buona cucina è quella fatta con cura e qualità, anche in maniera semplice, appunto, vogliamo raccontare questo a un pubblico di appassionati del buon cibo» dice lo chef del blasonato San Domenico, che fra poco farà spesso avanti e indietro da un capo all’altro del centro. Al grande bancone all’ingresso sotto una volta verde con decori dorati «ci saranno dieci sgabelli a cui sedersi per una proposta veloce per accompagnare l’aperitivo», le due sale interne, col le pareti color verde salvia di tendenza, hanno mantenuto i volumi originari e saranno arredate in maniera minimal ma curata. «Non abbiamo avuto bisogno di fare lavori sui muri, ma rinnovato gli ambienti, gli strumenti e tutto l’arredo. Abbiamo una cucina completamente nuova al piano superiore che è ampia e illuminata naturalmente, l’ideale per chi deve lavorarci per ore» dice Mascia molto attento da sempre anche alla qualità del lavoro. Rispetto al dirimpettaio : «Ci conosciamo e credo che più saremo a lavorare con qualità, più gente arriverà e meglio sarà per la città e per il centro».