Imola, gli studenti in piazza: “Ci servono più aule, non più bombe” VIDEO GALLERY
“Ci servono più aule, non più bombe”, “se ci toccano il futuro noi tocchiamo la città”, “ogni scuola sarà una barricata”.
Davanti a ciascuno dei tre licei di Imola gli studenti hanno cominciato a radunarsi da prima dello squillo della prima ora di questa mattina, poi in chat si sono dati il via e intorno alle 8.30 sono partiti verso la piazza Matteotti convergendo da via Garibaldi, via Manfredi e via Guicciardini.
La manifestazione ha coinvolto circa 300 studenti: un numero senza dubbio rilevante per Imola dove non si vedeva una manifestazione studentesca da ben prima del Covid. Una delegazione di manifestanti è stata ricevuta dal sindaco Marco Panieri. «Questa mattina ho accolto e incontrato una delegazione delle studentesse e degli studenti imolesi in sciopero, per ascoltarli e confrontarmi con loro ha poi detto il sindaco a fine incontro-. Più trasparenza delle decisioni nella scuola, maggiore condivisione nella gestione dei loro ambienti e manutenzione scolastica: li ringrazio per la determinazione, il rispetto e la serietà con cui hanno posto questi temi. Abbiamo condiviso un percorso e una modalità di lavoro, che proseguirà nelle prossime settimane insieme, per migliorare la situazione. Il Comune non può intervenire su tutto, ma mi confronterò anche con il provveditore agli studi, con i presidi e con la Città metropolitana, poi farò una visita negli istituti scolastici per una verifica insieme a loro». «Abbiamo parlato delle problematiche che ci avete riportato - ha detto una rappresentante di istituto rendendo alla piazza l’esito dell’incontro durato circa un’ora -. Da parte del sindaco abbiamo avuto un bel messaggio di aiuto abbiamo riconvocato un altro incontro, c’è la volontà di aiutarci. Mandateci foto di tutti i problemi che avete nelle vostre classi e le porteremo per agire sulle situazioni, ha promesso di parlare col Provveditorato e anche col preside soprattutto. Ci siamo fatti valere». «Grazie che siete venuti - ha detto un’altra ragazza - nonostante le minacce che abbiamo avuto, ci siamo presi la responsabilità di essere qui e quindi dico: viva la scuola libera!». Domani il servizio completo sul Corriere Romagna.