Imola, gli agricoltori della Cia: «La ricostruzione non è stata fatta dal commissario con la velocità necessaria»

Imola
  • 21 settembre 2024

Anche se il cielo si è parzialmente schiarito ieri, sono ore febbrili quelle che stanno vivendo le aziende agricole dell’Imolese, con gli occhi puntati al cielo e ai bollettini della Protezione civile. La situazione in Romagna e in alcune zone del bolognese preoccupa, tanto che Cia-Agricoltori Italiani Imola ha attivato un vero e proprio “ufficio emergenza” per raccogliere le segnalazioni delle aziende agricole, soprattutto in quelle zone della Vallata e della collina dove la situazione idrogeologica appariva già compromessa, ma anche in pianura. Basta pensare ai terribili momenti del maggio 2023 quando Sasso Morelli e la zona di Sesto Imolese si trovarono allagate, con danni incalcolabili alle colture e alle strutture agricole, sintetizzano dalla Cia Imola.

«Al momento è presto per fare un calcolo reale dei danni, ma certamente - come spiega il direttore di Cia Imola, Andrea Arcangeli -, in alcune zone piove davvero sul bagnato perché le frane e gli smottamenti non erano mai stati risolti completamente dopo l’alluvione dell’anno scorso e si temeva, infatti, un’ondata di pioggia più intensa che puntualmente è arrivata. Al momento la situazione non appare grave come nel 2023 ma certamente anche solo l’eccesso di pioggia, con molti millimetri caduti in poche ore, non fanno bene alle colture ancora in campo».

Il maltempo eccezionale e i danni arrivano a qualche giorno dalla visita di Irene Priolo alle aziende del territorio, come spiega la presidente di Cia Imola, Luana Tampieri: «Appare davvero paradossale che due giorni dopo la visita della presidente facente funzioni della Regione, che avevamo informato della situazione nella Vallata, ancora decisamente precaria, si siano avverate le più fosche previsioni. Sappiamo che il nostro territorio ha bisogno di interventi strutturali importanti, che non possono essere realizzati a breve tempo. Ma certamente si è faticato, qui come in Romagna, a realizzare anche interventi per risolvere, almeno, i problemi nell’immediato. Credo che in questo anno la macchina della ricostruzione post alluvione non sia stata gestita dalla struttura commissariale con la velocità necessaria, sia a livello di risarcimenti, che di manutenzione ordinaria e straordinaria. Si pensava, forse, che trascorressero altri anni prima che fenomeni così intensi si abbattessero nuovamente sul territorio ed è un pensiero di un’ingenuità a mio avviso disarmante, perché i cambiamenti climatici sono un fatto assodato e ormai quotidiano e non possiamo pensare di trattare il rischio idrogeologico senza considerare lo scenario peggiore. In queste ore naturalmente, va la nostra vicinanza e la massima solidarietà alle aziende e alle persone nelle aree più colpite della Romagna e del bolognese. Si parla tanto della resilienza e del coraggio degli emiliano-romagnoli e della loro capacità di risollevarsi anche dopo un’emergenza: vero. Ma quante altre emergenze saranno necessarie perché ci si renda conto che non solo i fondi devono arrivare, ma devono anche essere spesi in fretta e con attenzione per salvaguardare la vita, le case e il lavoro delle persone?».

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