Imola e circondario, calcolo dei danni in corso i Comuni che hanno affidato la ricostruzione a Sogesid per il 2023: «Aspettiamo ancora»

Imola

Quanto era costata la scorsa alluvione al territorio imolese e quanto costerà quest’ultima? Mentre ancora si toglie il fango da terra e si tamponano argini, la polemica è già diventata politica, del resto si sa, alle porte ci sono le elezioni regionali, e le amministrazioni locali si trovano fra l’incudine e il martello. Da un lato il governo centrale che accusa la Regione di non aver speso le risorse ricevute e dall’altra i cittadini con le mani nei capelli che si sforzano di mantenere la calma di fronte a una nuova ondata di devastazione.

Imola

Mentre la situazione va migliorando di ora in ora, a Spazzate Sassatelli la falla di tre metri nell’argine del Sillaro è stata chiusa e le persone sfollate hanno ripreso possesso delle loro case, tutte eccetto i due nuclei di Casola Canina che resteranno in albergo fino a lunedì, il sindaco di Imola Marco Panieri assiste alla polemica ma ne vuole restare fuori. «Quando ho alzato il telefono perché avevo bisogno del commissario ho avuto risposta - dice il sindaco e lo aveva già detto in passato -. Detto ciò non sono state fissate deroghe ai regolamenti vigenti per spendere subito questi soldi e l’iter di certi interventi è complesso e lungo, fra progettazione, assegnazione, ma la gente non può pensare che i soldi siano nei cassetti dei Comuni inutilizzati». Stop.

E il conteggio resta parziale: i danni patiti da Imola per le due alluvioni del 2023 erano stati calcolati dall’ente locale intorno ai 6 milioni di euro, a parole tutti riconosciuti dalla struttura commissariale che nel frattempo ha risarcito al Comune le spese eseguite in somma urgenza. Fuori da quel conteggio sono poi stati accordati circa 8 milioni per la messa in sicurezza del paddock dell’autodromo per il quale il Comune sta ultimando lo studio idraulico dell’area.

Castel san Pietro

Più dettagliata la situazione sul Sillaro, come la illustra con massima precisione l’assessore al Bilancio Andrea Bondi facendo parlare semplicemente i numeri. «A Castel San Pietro per i danni dell’alluvione 2023 la struttura commissariale ha rimborsato al Comune 381.536 euro come spese sostenute per le somme urgenze, vale a dire - ripercorre l’assessore Bondi - : ripristino e messa in sicurezza dei ponti sul Sillaro a San Clemente e San Martino in Pedriolo, poi opere di sgombero frane e alberi, messa in sicurezza della viabilità ; un po’ di pulizia alvei da rifiuti legnosi e bypass stradale in via Destra Sillaro. Tutte opere realizzate con risorse comunali poi rimborsate». Ma c’era ovviamente di più: «Da inserire a bilancio 2024 è stata riconosciuta una quota di 4 milioni e 750mila euro per interventi di ripristino specifici. Per questi abbiamo stipulato una convenzione con la ditta Sogesid incaricata dalla struttura commissariale affidandole i tre interventi più grossi: il ripristino di due frane una in località Liano per 840mila euro e una in località Rio Freddo a Montecalderaro per circa 600mila euro, più un intervento al ponte in via Fiagnano per altri 650mila euro. Per queste tre opere non mi risulta che sia stato ancora avviato nulla. Ci è consentito di spendere, ma non abbiamo in tasca quei soldi, la cifra che risulta per differenza, pari a circa 1,7 milioni circa, con i quali pagare ad esempio la bonifica della frana in via Tanari, che fra i tanti è l’intervento principale, e lo abbiamo già realizzato». Quanto alla pulizia di parchi e aree verdi, fiume compreso, l’assessore Bondi dice che l’incarico era stato affidato non dal Comune ma da altri enti ad Hera direttamente. «Il lavoro era stato fatto nella seconda metà del 2023, portato a conclusione a gennaio 2024, ma non era sotto la nostra competenza - dice l’assessore - e anche i soldi li hanno incassati loro direttamente».

I lavori fatti hanno consentito al Sillaro di non esondare in ambito urbano, mentre nella Bassa ha rotto l’argine a Spazzate Sassatelli e unendosi ad altri corsi d’acqua e canali ha contribuito ad allagare Castel Guelfo e Giardino. «In realtà quest’anno i livelli di acqua di questa nuova piena sono stati più alti del 2023, per cui avere più acqua non ha aiutato a valle - commentava ieri l’assessore Bondi -. Il fatto che da noi non si siano verificati danni particolari nel centro abitato e sulle strade, dipende certamente dai lavori di pulizia importanti fatti anche sui torrenti minori. Così zone che l’anno scorso erano finite sott’acqua come via Mori o la Gaiana quest’anno non sono state toccate». Per fare un bilancio definitivo degli ultimi fatti servirà ancora qualche giorno, ma intanto anche a Castel San Pietro la dozzina di persone sfollate sono rientrate quasi tutte nelle loro case, eccetto infatti i residenti nella casa in riva al Sillaro nei pressi del ponte nel centro urbano.

Castel del Rio

Particolarmente significativo è, in termini di fondi per la ricostruzione, quanto accaduto a Castel del Rio, che è il Comune più piccolo, e più a monte, del circondario imolese. La sua stessa posizione lo aveva esposto a molteplici frane l’anno passato, motivo per cui gli era stata riconosciuta una cifra di “indennizzo” astronomica rispetto ai suoi soliti conti. Cifra che in larghissima parte, circa 30 milioni di euro, il Comune ha deciso, a sua volta, di mettere nelle mani della Sogesid per la progettazione e realizzazione delle opere più onerose e impegnative. Il Comune non aderisce nemmeno a società controllate del territorio, come ad esempio Area Blu, non avrebbe avuto quindi uomini e strumenti per gestire una cifra così ingente e relativi lavori. «Quest’anno il Comune di Castel del Rio ha un bilancio di 36 milioni di euro dal momento che ce ne sono stati riconosciuti 34 per spese da alluvione - spiega il sindaco Alberto Baldazzi -. Il governo disse ai Comuni di iscrivere tutta la disponibilità nell’ anno di pertinenza, poi ha fissato dei limiti di capacità di spesa anno per anno, ecco perché i tempi si allungano talvolta anche in maniera drammatica. E questo è ciò che ogni Comune che ha avuto un riconoscimento di danni poteva fare. L’ultimo fenomeno meteo vale invece circa il 10% di quello del 2023, 200/300mila euro massimo, una spesa che si può affrontare bene anche solo con i rimborsi per le somme urgenze». Ma facendo un passo indietro e tornando ai circa milioni affidati alla Sogesid che fa capo direttamente alla struttura commissariale, quante di quelle opere sono state fatte e quanti di quei fondi spesi? «La Sogesid si è impegnata con una convenzione a fare tutta una serie di lavori e speriamo che partano presto, cosa che si augurano tutti i Comuni del cratere alluvionale, da mesi».

Fontanelice

Qui non ci sono cifre esplicitate ma c’erano impegni presi. Si tratta della provinciale Casolana che l’estate del 2023 catalizzò l’attenzione grazie a un gruppo di cittadini che protestando in maniera accesa richiamarono l’attenzione del commissario Figliuolo affinché venisse sanata la frana più grande che aveva interrotto il transito minando la tenuta di aziende agricole e obbligando molte famiglie a percorsi pericolosi e tortuosi. Stefano Colli, oggi vicesindaco di Fontanelice, era uno di quegli agguerriti cittadini. «Dopo l’intervento risolutivo e definitivo su quel tratto, erano rimaste indietro altre frane causate dalla scorsa alluvione. Ci sono ancora almeno 4/5 punti che necessiterebbero di un intervento di risanamento, ma abbiamo incontrato circa un mese fa la Città metropolitana e sono in forte difficoltà, non ci sono stati dati tempi di altri interventi».

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