Imola, depositi museali rimessi in ordine nei sotterranei del Sante Zennaro
Solo trenta musei nel mondo hanno depositi ordinati secondo il metodo Re-Org. Fra questi ci sono ora anche i Musei di Imola e il Centro culturale Venturini di Massa Lombarda che hanno partecipato allo stesso progetto di formazione e riorganizzazione promosso dalla Regione basato sul metodo sviluppato dall’Iccrom International Centre for the study of the preservation and restoration of cultural property.
«Nei musei c’è sempre molto di più di quello che si può vedere, ed è tutto ciò che viene custodito nei depositi ed è tutto ciò che serve anche a fare mostre e rotazioni all’interno degli stessi musei - ha detto l’assessore alla Cultura Giacomo Gambi ieri in occasione della chiusura dei lavori del corso che hanno impegnato decine di tecnici, formatori e volontari -. Insomma, qui c’è dell’essenziale invisibile ai nostri occhi e dobbiamo chiederci come renderlo visibile per rispondere alla nostra missione culturale. I depositi non servono solo a conservare, ma dobbiamo chiederci e confrontarci su come possiamo illuminare questo patrimonio». La sfida del corso Re-Org, iniziato ad aprile scorso, è stata questa e ha coinvolto i dipendenti di Imola Musei impegnati con tecnici, tutor e formatori a rendere i depositi museali luoghi ordinati per migliorarne la conservazione e promuoverne la valorizzazione. «L’obiettivo era quello di fare dei depositi un luogo vivo, pulsante di arte, storia e ricerca, oltre che un punto di riferimento cittadino di salvaguardia della nostra memoria storica - ha detto il direttore dei Musei imolesi Diego Galizzi -. Il futuro dei musei è nei depositi, per questo abbiamo aderito con entusiasmo al progetto Re-Org. Il lavoro fatto in questi mesi getta le basi per migliorare la conservazione del nostro patrimonio, ma allo stesso tempo ci impegna ad assumere il metodo appreso anche per il futuro».
Il lavoro a squadre
Ai depositi imolesi, ora ordinati nei sotterranei del Sante Zennaro, hanno lavorato quattro squadre. La squadra blu sulla collezione archeologica, geologica e malacologica (conchiglie e fossili di molluschi) di Giuseppe Scarabelli, precedentemente conservata all’interno del museo san Domenico, trasferendola e riorganizzandola nel deposito. La squadra verde si è dedicata alla riorganizzazione dei cimeli del museo del Risorgimento, con ricollocazione in base a una nuova planimetria e analisi della collezione e dei mobili presenti. Le squadre rossa e gialla hanno lavorato sulla collezione Scarabelli conservata in scatole già presenti presso il deposito di Sante Zennaro. Il lavoro ha riguardato la riorganizzazione, il raggruppamento, lo spostamento e la documentazione della collezione relative ai reperti antropologici dall’America, dall’Asia e dall’Africa, con un fine espositivo per le persone che visitano il deposito stesso. La scelta dei due musei per la fase finale di questo corso è stata dettata dall’eterogeneità delle raccolte che hanno consento lo studio di un’ampia gamma di situazioni specifiche, permettendo l’apprendimento di raggruppamenti e analisi per l’ottimizzazione dello spazio e l’implementazione di un sistema di localizzazione complesso. Mentre per il Centro culturale “Carlo Venturini” di Massa Lombarda la scelta è dovuta agli oggetti particolari collezionati da Venturini, oggi organizzati all’interno di più ambienti. «E’ stata una settimana intensa di cultura pratica, non solo di grandi ragionamenti e lavoro fisico ma anche relazioni e confronti fra professionisti di cui abbiamo beneficiato noi stessi e i nostri musei» ha detto Lucrezia Pasini responsabile del museo di Massa Lombarda.