Imola, contro il Ddl sicurezza si mobilitano i giovani e convocano un corteo
«Per menarti meglio», «Per schiacciarti meglio», «Per illuderti meglio». Non è la favola Cappuccetto Rosso, ma c’è un lupo e per i giovani del collettivo Papaveri è il nuovo Ddl sicurezza del Governo Meloni rispetto al quale lanciano una campagna di informazione senza edulcorazioni e chiamano a raccolta la città per una manifestazione il 25 gennaio prossimo. «Se ci saranno critiche sui nostri manifesti (e il fatto di dirlo fa intendere che ci sono già state, ndr) risponderemo, ma è il Ddl in sé che è violento e su questo vogliamo far riflettere» premette l’attivista Giulia Barelli parlando per il collettivo Papaveri.
Campagna informativa
Sull’argomento ammettono di arrivare tardi loro stessi . Sul Ddl sicurezza di cui si discute dallo scorso settembre, per ora l’unica iniziativa di confronto in città è stata messa in campo dal Centro studi Malatesta, assemblea anarchica imolese e i Cobas Imola. Su diversi punti del decreto ha chiesto correttivi lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella a garanzia dei principi costituzionali. La politica locale fin qui non se ne è occupata, se non per l’iniziativa di Fratelli d’Italia volta a sostenere le politiche di governo e a sostenere l’idea di un supposto clima di «aggressione alle forze dell’ordine» . Ora i giovani Papaveri cercano di dare la sveglia. Il decreto introduce infatti nuovi reati e modifica una serie di aggravanti, d’altro canto garantisce una tutela molto più forte agli esponenti delle forze dell’ordine. Tutte scelte che per i Papaveri hanno «un unico comune denominatore: la repressione del dissenso e di fenomeni che il Governo non ha la minima intenzione di affrontare». Una sessantina di manifesti con le “tre promesse” del lupo (realizzati in collaborazione con Polinomio studio), sono stati già affissi, e lo saranno, in diversi spazi pubblici. Sono stati distribuiti alle realtà che aderiscono alla campagna, fra queste Anpi di Imola e Castel Guelfo, Casa del popolo di Castel Guelfo, Comitato pace e diritti, Cgil Imola, Udi, gruppo studenti Socratè, MSN - il Mese della storia dei neri, Giovani Democratici, Rifondazione comunista. Ogni manifesto reca poi un QR code attraverso il quale è possibile accedere a un sito che dettaglia meglio i contenuti del Ddl, propone link per approfondimenti più specialistici, descrive le posizioni stesse di chi lo contesta.
I punti contestati
A preoccupare i giovani sono le limitazioni alla libertà di manifestare, la criminalizzazione di chi già è ai margini. «Gli esempi sono diversi, impossibile elencarli tutti. C’è il reato di rivolta nelle carceri e nei centri di detenzione per persone straniere (art. 26), che quindi agirebbe ad esempio anche contro uno sciopero della fame, quando nelle carceri il sovraffollamento e le condizioni di detenzione hanno già fatto meritare condanne all’Italia e i suicidi sono in aumento - spiega il collettivo - . Oppure, considerare criminale anche portare un pasto caldo a chi, senza potersi permettere una casa, vive in un’occupazione abitativa (art. 10). Per spezzare la solidarietà civica, infatti, il Ddl colpisce anche chi “coopera o si intromette”, parole vaghe per prendere di mira il più ampio numero di volontari. Ancora, si costringono i diritti fondamentali a fronte di uno squilibrato favore verso le forze dell’ordine, che potranno portare senza licenza anche non in servizio varie tipologie di armi (art. 28) e godere di maggiori benefici economici per la difesa legale per fatti inerenti al servizio (art. 22, quest’ultimo vale anche per i familiari come il coniuge o il convivente). Nessun cenno però all’introduzione di codici identificativi, da tempo richiesti per individuare gli agenti che si rendono colpevoli di abuso della forza: solo la facoltà di indossare bodycam (art. 21). Un’ipotesi che suona ancora più sinistra dopo i recenti fatti di cronaca raccontati dalle attiviste per il clima fatte spogliare a Brescia. In sintesi, diventerà più difficile e pericoloso manifestare, protestare e denunciare le ingiustizie, solidarizzare con chi le subisce, vivere ai margini e non rientrare perfettamente nei confini dell’ordine e del decoro. Questo Ddl non colpisce solo chi oggi vive una vita più precaria, tocca tutti, perché mina le basi delle tutele democratiche.».
La manifestazione
La manifestazione è convocata per sabato 25 gennaio, partirà alle 11.30 dal piazzale della stazione di Imola. Percorrerà viale Andrea Costa e via Appia fino alla piazzetta dell’orologio, per condividere riflessioni e interventi sul Ddl sicurezza e «rivolgere un appello pubblico alla politica e alle istituzioni imolesi perché, ognuno nei propri ruoli, di partito e istituzionali, faccia il possibile per fermare l’approvazione del Ddl».