Imola. Boom di biglietti venduti per gli AC/DC: «50mila nelle prime 24 ore»


Boom di biglietti venduti per il concerto degli AC/DC previsto il prossimo 20 luglio in autodromo a Imola, a distanza di dieci anni dall’ultima volta della rock band australiana in riva al Santerno.
Ad annunciarlo via social agli amici di AC/DC Italia (fanpage italiana della band) è Claudio Trotta, fondatore della Barley Arts, società promoter dell’evento, che ha analizzato gli ottimi numeri già raggiunti dalla prevendita iniziata nella mattinata di venerdì sia online su TicketOne che nei punti vendita autorizzati. «Nelle prime 24 ore sono stati venduti circa 50mila biglietti e siamo molto soddisfatti - commenta -. È successo però ciò che ci aspettavamo, essendo l’unica data italiana del loro Power Up Tour Europe 2025 e il fatto che la band dal 1984 ad oggi sia venuta in Italia solo 14 volte. Imola poi sarà la tappa più a sud e sicuramente arriveranno in autodromo anche tanti fan stranieri».
Trotta è poi sceso ancora più nel dettaglio. «Il concerto avrà una capienza di 85mila spettatori (contro le 92mila del 2015 sempre organizzato dalla Barley Arts, ndr) - spiega -. Il settore Pit A è esaurito, mentre per la tribuna Rivazza (biglietti numerati dal settore A al G), che avrà un ingresso e servizi riservati, sono ancora disponibili circa 100 biglietti (anche se sul sito risultano già essere “non disponibili”, ndr). Stesso discorso per il prato Rivazza con 200 tagliandi ancora in vendita. Il Pit B, invece, sta andando verso il sold out con 3-4mila biglietti rimasti. I settori C e D, essendo i più lontani dal palco, la gente li sceglierà con più calma. I prezzi, comunque, sono in linea con le altre location europee».
Imola e il suo autodromo di fatto sono stati preferiti a uno stadio come San Siro che nelle scorse settimane era stato “spoilerato” come tempio per l’unica tappa italiana del tour della band. «Gli stadi hanno capienze e disponibilità ridotte e, nonostante si abbia la percezione di essere più vicini al palco, spesso non si sente benissimo - conclude Trotta -. E non è nemmeno possibile montare i maxischermo per chi è lontano e fornire l’audio dedicato, come invece accade in autodromo. Perché Imola e non Monza? In passato nel parco brianzolo abbiamo avuto esperienze faticose con ben cinque nubifragi. Per fare quella scelta quindi devo essere veramente convinto».