Imola, al Baccanale nasce il dolce “U s’ megna tot!” di Matteo Coralli e Gino Fabbri contro lo spreco alimentare
In tanti hanno partecipato alla serata di ieri “Un s’ bota veja gnét” per riflettere sulla lotta allo spreco alimentare e la sostenibilità, anche sociale, della produzione del cibo. L’assessora Elisa Spada ha spiegato come in due anni a Imola siano state recuperate 41 tonnellate di cibo, di cui 7 sono pasti pronti, grazie a questo progetto a cui il Comune aderisce attraverso l’azione congiunta di tre assessorati (Ambiente, Attività economiche e Servizi sociali), in stretta relazione con Hera, che oltre a donare i pasti in eccedenza della propria mensa è interessata direttamente per la riduzione di rifiuti e del consumo idrico come ha sottolineato il dirigente Marco Poli, e con l’organizzazione di Last Minute Market le cui finalità sono state illustrate da Silvia Marra insieme con Alessandro Carnevali di No sprechi, una delle associazioni che raccoglie e gestisce materialmente le donazioni per l’Emporio solidale (che quotidianamente aiuta circa 500 nuclei familiari in difficoltà).
A seguire gli attesi showcooking di Trama di terre per la preparazione del cous cous marocchino ad opera di Manal Bennani, le polpette secondo la ricetta Clai illustrate da Lorenzo Ravidà e dal maestro di cucina Christian Gurioli, con tanti consigli utili sui tagli di carne da brodo. E infine l’ospite d’onore, il maestro pasticcere Gino Fabbri che con il collega imolese Matteo Coralli ha preparato un dolce ideato ad hoc a base di pasta frolla all’olio di oliva e mele delle quali non si buttano nemmeno buccia e torsoli, utilissimi per preparare una pectina naturale per le confetture domestiche, e decorato con la riscoperta mela-ciliegia, da mangiare tutta intera. Non a caso il nuovo dolce è stato battezzato “U s’megna tot!” che da sabato sarà a banco alla pasticceria Dulcis di Imola. «Abbiamo un patrimonio di prodotti che tutti ci invidiano, purtroppo non lo valorizziamo abbastanza perché è venuta meno la conoscenza da parte dei consumatori, e a volte anche di certi professionisti che preferiscono materie più esotiche ignorando quelle buone del territorio. Per mangiare meglio e bene, la cultura del cibo è fondamentale, cominciamo dai più piccoli. Insegniamo loro, e se serve ai genitori, che un cibo buono oltre che anche bello deve essere sostenibile, rispettare i tempi della natura e la terra» ha sottolineato Gino Fabbri.