Discarica nel Rio Rovigo, esposto dei cittadini alle procure di Bologna e Firenze VIDEO GALLERY












FIRENZUOLA. «Non è una lotta contro qualcuno, ma è una lotta contro il tempo. Sono già passate due settimane e non sappiamo chi stia intervenendo, se sta intervenendo , e come. Intanto il nostro fiume muore e a breve i rifiuti arriveranno anche a valle». Lo dicono i residenti delle zone montane di Casetta di Tiara lungo il Rio Rovigo e moltissimi residenti, agricoltori, proprietari di case e volontari che si erano mobilitati all’indomani dello sversamento di rifiuti provocato da una frana che ha riportato alla luce una discarica in comune di Palazzolo sul Senio, chiusa da decenni e di cui molti avevano dimenticato l’esistenza.
In questi giorni il comune di Palazzuolo sul Senio prima, poi quello di Firenzuola hanno vietato l’accesso all’asta fluviale per qualsiasi volontario che volesse aiutare a ripulire il fiume. I cittadini si sono trovati questa mattina ai bordi della zona accessibile per rendere nota la situazione e presentare un esposto presentato alle procure di Firenze e di Bologna. «Ogni cittadino che vive qui ha fatto una scelta sovversiva perché ha deciso di vivere lontano dai servizi, dalle comodità che in città si danno per scontate, spesso lontano da un luogo di lavoro. Ciò nonostante ha scelto di essere dentro la natura. Il Rio Rovigo è detto gioiello della Valle, è un simbolo di acque pure cristalline, di acque fredde anche ad agosto di limpidezza. È motore economico per le famiglie che vivono il territorio e motore di grandissimi spostamenti per chi vive lontano e almeno una volta ogni tanto vuole beneficiarne. La discarica è stata aperta nel 1971 e in due mesi di attività ha incamerato 60.000 tonnellate di rifiuti - scrivono in una lettera aperta di volontari, residenti, membri di associazioni che hanno sottoscritto gli esposti-. Parlare quindi di discarica fantasma e impropria la sua storia è addirittura raccontata nel libro aperte “Firenze 1946-2005 , una storia urbana e ambientale chiuso “. La discarica è stata fatta diventare fantasma per omissione e incuria».
I reati ipotizzati nell’esposto alla procura di Firenze Bologna sono: inquinamento ambientale, disastro ambientale, omissione d’atti d’ufficio, frana colposa. «Cosa chiediamo: chiediamo una soluzione immediata e un coordinamento tra aziende specializzate, amministrazioni, volontariato-dicono i manifestanti-. chiediamo trasparenza nelle operazioni e nel monitoraggio delle stesse, chiediamo che se inizi la bonifica delle altre discariche».