Il sonno rubato dallo smartphone e il fenomeno del 'vamping'

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G ioco chiama gioco e un messaggio tira l’altro. Il tempo che si passa davanti a uno schermo aumenta costantemente, specie in momenti in cui le possibilità di svolgere attività in altri luoghi, magari esterni, sono davvero limitate. Ed è così che il proprio letto diventa lo spazio scelto da molti adolescenti quando focalizzano lo sguardo sul loro schermo prediletto, quello dello smartphone. Nel 2015, secondo una ricerca americana citata da J.Twenge nel libro ‘Iperconnessi’, del 2018, il numero di adolescenti deprivati del sonno è aumentato del 57% rispetto al 1991. I risultati degli studi condotti nel nostro Paese non differiscono. È un dato di fatto: l’uso dello smartphone sta sottraendo ore di sonno agli adolescenti. La carenza di sonno può avere gravi conseguenze ed è collegata a diversi problemi tra cui la difficoltà di concentrazione e di ragionamento, che comporta di conseguenza una difficoltà di apprendimento a scuola. Inoltre la riduzione delle ore di sonno è correlato all’aumento di peso e anche all’aumento della pressione sanguigna. Dormire poco incide notevolmente persino sull’umore: chi non dorme a sufficienza è incline alla depressione e all’ansia. Una nuova interessante ricerca evidenzia che la luce azzurra emessa dai dispositivi elettronici comunica al nostro cervello la falsa impressione che sia ancora giorno, e quindi, una volta spento il dispositivo, si avrà la sensazione di essere ancora particolarmente svegli e si impiegherà più tempo del dovuto ad addormentarsi. Un fenomeno di cui si parla sempre più frequentemente è quello del ‘Vamping’, apparso per la prima volta su un articolo del New York Times nel 2014. Il termine si riferisce a quegli utenti che si comportano come dei ‘vampiri dei social media’, che hanno l’abitudine, cioè, di andare a letto scegliendo di non addormentarsi subito e di restare invece su Internet. Il Vamping è diffuso anche tra gli adolescenti italiani, secondo quanto afferma una ricerca condotta dall'Osservatorio Nazionale Adolescenza nel 2017 su oltre 8000 ragazzi di 18 regioni italiane. Lo studio infatti ha messo in evidenza che a restare svegli fino a tarda notte, almeno una o due volte a settimana siano 6 adolescenti su 10. Interrompere il sonno per chattare, per giocare o per guardare video online è quindi un’abitudine alquanto diffusa tra i più giovani, ma anche molto nociva per la loro salute e per il loro sviluppo.

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