Il caporalato a Cesena vantava crediti per 2 milioni dalle aziende
Il caporalato che per le accuse aveva base sulle colline di Borello aveva un giro d’affari imponente. Lo ha certificato in aula nell’udienza di ieri del processo sulle vicende di sfrutamento dei lavoratori stranieri la commercialista cesenate Ester Castagnoli. Commissario giudiziale per esaminare i conti delle cooperative che gravitavano attorno al giro di richieste da parte delle aziende agricole della Romagna, quando ha esaminato i conti delle stesse ha trovato liquidità presenti per circa 40 mila euro. I registri parlavano però esplicitamente anche di quanto ancora queste cooperative dovessero incassare. E si tratta di una cifra di circa 2 milioni di euro. Crediti vantati nei confronti di tutti coloro che avevano richiesto i “servizi” dei lavoratori al centro delle accuse di sfruttamento.
Ester Castagnoli nel corso delle sue perizie è entrata anche i contatto con numerosi lavoratori sfruttati. Ed ha evidenziato come tanti parlassero di condizioni disumane di lavoro e di vita. Tre di questi (non tutti con una dimora italiana e facilmente reperibili) sono stati esplicitamente citati con nome e cognome. A quel punto la difesa degli imputati ha chiesto che nelle prossime udienze vengano sentiti per confermare o meno quanti detto “per loro conto” dal perito cesenate.
Gli imputati per caporalato (difesi da Alessandro Sintucci di Cesena oltre che dall’avvocato Massimo Dal Ben di Verona) sono i fratelli di origine marocchina H. (residente a Cesena) ed E. N. B. (residente a Mercato Saraceno), nonché R., Hamed e Hicham Boulgoute (residenti a Verona, il terzo era ancora latitante dall’epoca dell’inchiesta).
Nel corso delle precedenti udienze il tribunale collegiale aveva definitivamente accolto a processo la posizione di una settantina di parti civili tra i lavoratori e quella della Cgil di Cesena (avvocato Gian Andrea Ronchi di Bologna).
Nelle accuse, che torneranno in aula il prossimo 27 ottobre, si parla di lavoro a 5 euro l’ora (sotto il minimo salariale) anche di notte ed in condizioni igieniche fuori da qualsiasi canone di minima sicurezza. Anche quando si trattava di maneggiare polli per inoculare loro vaccini.
Di questo quadro ha riferito in aula in passato il comandante dei carabinieri di Borello mentre nella prossima udienza il pubblico ministero Sara Posa porterà in aula come suo testimone l’allora tenente della Guardia di Finanza di Cesena Giuliano Delle Donne: tra i principali investigatori delle inchieste eseguite in quel periodo storico (2017) sul caporalato nelle campagne del cesenate.