Un software al servizio dell’intrattenimento, Stefano Rossi: «E rilancio il Pascià con un nuovo progetto»
«La mia startup al servizio dell’economia territoriale e del mondo dell’intrattenimento». Queste le ambizioni di Stefano Rossi, riccionese, imprenditore con una esperienza ultraventennale nel settore software: grazie allo sviluppo della tecnologia, ha deciso di testare e proporre strumenti adatti alle necessità e alle opportunità degli operatori turistici e dell’intrattenimento a Riccione.
Era il 1995 quando Rossi decise di portare innovazione nel mondo alberghiero e ristorativo sottoponendo ai clienti un nuovo modo di operare, a finestre, in un’epoca dove tutti erano abituati a lavorare a linea di comando. Partito da una soffitta ha realizzato il classico sogno americano stile Silicon Valley italiana, crescendo anno dopo anno fino a creare un team di più di 100 collaboratori e dipendenti, fondando Ericsoft, un gruppo di aziende specializzato nel settore del software hospitality e retail. Dopo aver portato il prodotto di Ericsoft tra i gestionali più conosciuti e famosi in Italia ha scelto di vendere l’azienda a uno dei colossi italiani del software.
Rossi, come mai ha deciso di fondere la complessa e caotica realtà dell’intrattenimento con la scientificità e il rigore dei software e l’analisi di dati?
«Ho creato una startup innovativa, focalizzata sulla contabilità. Il software viene utilizzato per gestire i dati di strutture locali che ho acquisito (l’hotel Sirius, in via Ippolito Nievo, l’hotel Luna, a due passi da piazzale Ceccarini, la palestra Blue Line, e il Pascià, su cui sta lavorando ad un ambizioso progetto ndr) per testare internamente l’analisi di costi e ricavi prima di proporlo ai clienti, fungendo così da “beta tester” delle soluzioni. Insomma piuttosto che far sperimentare queste cose ai clienti, me le faccio sulla mia pelle con la mia esperienza».
La novità assoluta sarà il ritorno del club dall’iconico lampadario?
«Il Pascià, sì. Ci vorrà ancora del tempo prima che prenda forma, stiamo attendendo le condizioni giuste prima di cominciare, nel senso che stiamo facendo solo lavori per metterlo in sicurezza dopo che è stato vandalizzato, ci vorrà almeno un anno. Il locale si chiamerà “La Terrazza Riccione”. Si compone di un ristorante con vista mare su una terrazza e una piscina, mentre un secondo spazio, il Pascià, rimarrà una discoteca. Ci saranno due ambienti: la piccola sala avrà un’atmosfera anni ’80-’90, con vinili e musica vintage, mentre la discoteca principale si ispirerà all’“Inferno” di Dante, con diverse ambientazioni tematiche, come gironi infernali, per creare un’atmosfera immersiva e teatrale. Il ristorante, invece, rappresenterà il “Paradiso”, con decorazioni in bianco e oro, in contrasto con il rosso e il nero dell’area “Inferno”.
Il progetto ha una finalità che è collegata alla “riqualificazione” del marchio Riccione?
«Il progetto mira ovviamente a un target di clientela sofisticata, che cerca serate di qualità e ha un budget adeguato per esperienze esclusive. Il locale è quindi rivolto a un pubblico adulto, non a giovanissimi. La città mi sta a cuore, assisto ad un progressivo affievolimento del suo storico appeal, ma il brand Riccione non può perdere di prestigio. Ora soffre di una progressiva perdita di fascino e, con lui, di investimenti. Il potenziale come marchio c’è, ma serve un’Amministrazione con idee chiare e collaborazioni pubblico-privato per avviare un restyling della città. Questi progetti sono il mio impegno per la città e il lavoro è spinto da passione che mi fa sentire “giovane e vivo”. Speriamo di finire in fretta il Pascià Lux Riccione».