Turismo, il boom degli stranieri. «Ma servono più collegamenti». La classifica: impennata di Germania e Polonia

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  • 17 marzo 2025
La tabella delle presenze straniere e la tendenza

I pernottamenti dei turisti italiani in calo del 6,2%, quelli degli stranieri in aumento del 10,3. L’andamento degli ultimi 5 anni del turismo in Romagna (dati riferiti a Destinazione Romagna che comprende anche la provincia di Ferrara) suggeriscono alla Regione come obiettivo principale il mercato internazionale. Ma come fare? Cosa funziona e cosa no nell’offerta al turista forestiero? Lo abbiamo chiesto a chi lavora per portare in Romagna i turisti stranieri.

Le aspettative di viaggio

«Mi occupo principalmente di mercati mittleuropei di lingua tedesca, i cosiddetti DACH (Germania, Svizzera, Austria, ndr)», spiega Filippo Bacchini, titolare di Travel Jet, sede fra Riccione e Misano. «Specie dopo il covid ci sono numeri positivi. La nostra destinazione ha una formula abbastanza classica ma con l’aggiunta di fattori che non sono esclusivamente legati al balneare ma all’aspetto esperienzale legato alla ricchezza del nostro territorio e lo sviluppo di mezzi come i social aiuta a farci conoscere. Così nell’aspettativa del viaggio finiscono anche l’enogastronomia o la cultura. Rimini per esempio negli ultimi anni ha un volto nuovo e cambiato in meglio. Quando porto i manager delle aziende con cui lavoro nel centro storico rimangono a bocca aperta. Ma questo vale anche per Ravenna ovviamente e comunque anche altre città come Cesena hanno un valore culturale apprezzabile. Ma noi, in Italia, rispetto ad altri nostri competitori non solo abbiamo una scelta più ampia come destinazione ma anche come prodotto. In altre parti la formula all inclusive riguarda il 99% dell’offerta. Da noi non è così».

Cosa dobbiamo fare? Cosa manca?

«Parola d’ordine: promozione»

«La parola d’ordine oggi deve essere promozione: abbiamo un prodotto unico da proteggere, abbiamo senso dell’ospitalità e ci adattiamo alle varie nazionalità che arrivano da noi come nessuno. Perciò dobbiamo presenziare sui grandi mercati in maniera massiccia perché i nostri competitors internazionali investono budget importanti. I collegamenti? Credo che finalmente in questo momento sia arrivata una coscienza concreta che sia necessario aprirsi e l’aeroporto di Rimini è tornato a fare passi importanti. La programmazione 2025 è un ottimo punto di partenza da consolidare e sviluppare. Ma tutto ciò parte poi dalla promozione».

L’importanza dei tedeschi

Bacchini non è d’accordo con chi vede la crisi economica della Germania come un possibile freno alla vacanza in Romagna. «Intanto parlerei di flessione economica che però è un problema europeo. Ma per il popolo tedesco la vacanza è sacra anche se cambia il budget. Posso timbrare e firmare che il mercato tedesco rimane primario per la nostra destinazione sia per la clientela che viene in auto sia per quella che venendo da regioni più lontane come la Sassonia o il Brandeburgo dovrebbero raggiungerci in aereo».

Il tema dei collegamenti

«Il nuovo turismo si basa non solo sul soggiorno ma sui servizi accessori che completano la vacanza: motorvalley (Ferrari, Lamborghini, Maserati...), parchi di divertimento, mosaici e Dante su Ravenna, food (per esempio con le cantine del Riminese), Museo Fellini, piadina experience, persino le escursioni sulle motonavi che ancora funzionano, centri come Verucchio o San Leo... Il Museo Ferrari solo con noi nel 2024 ha avuto 100mila ingressi», Matteo Mambelli, direttore commerciale di Arcadia, tour operator con base a Cesenatico, è convinto che tra i punti di forza ci sia anche il rapporto con i fornitori. «Nel 2024 abbiamo portato in Romagna circa 350mila presenze e nel 2025 siamo in crescita».

Punti deboli? «Il tasto dolente è quello dei collegamenti sia dal punto di vista stradale sia da quello aereo. Gli aeroporti funzionano a singhiozzo e Bologna lavora più di outgoing che di incoming. Rimini ha fatto qualche passo in avanti ma avrebbe bisogno di essere potenziato dal punto di vista dei traffici e anche delle strutture. Forlì pare non decollare mai. Io poi credo che le risorse oltre che per la promozione andrebbero utilizzate anche per la commercializzazione: tour operator, agenzie, aeroporti... ci sarebbe sicuramente un ritorno sulle presenze».

Mambelli però non si limita ai collegamenti aerei. «Il problema esiste anche nei collegamenti stradali e ferroviari. Tuttora, da Cesenatico a Cervia non c’è una linea di collegamento. Il nostro entroterra non ha nulla da invidiare a quello toscano ma spesso si tratta di prodotti che noi non consentiamo di raggiungere. Ci sono turisti cechi o polacchi che non vanno a Mirabilandia perché non hanno il mezzo. Un mio cliente che alloggiava a Cesenatico voleva andare a visitare Santarcangelo ma non c’erano mezzi. Eppure sono a soli 15 chilometri. Per cominciare ci vorrebbe almeno una navetta che collega Gabicce a Lido di Savio per mettere a sistema l’offerta della costa».

C’è anche il tema sicurezza

Petra Horvathova è responsabile vendite di Ignas Tour, operatore con sede in provincia di Bolzano che ogni anno porta tanti turisti in Italia principalmente da Germania, Paesi Bassi, Polonia e Repubblica Ceca. Nel 2024 sono 20mila quelli che hanno scelto l’Emilia-Romagna per soggiorni più o meno lunghi.

«L’Emilia-Romagna», dice, «è una delle regioni italiane più affascinanti e ricche di storia, arte, tradizioni e innovazione. Un territorio che offre una straordinaria varietà di paesaggi, costumi e sapori, con un patrimonio enogastronomico invidiato in tutto il mondo... ma è anche il cuore pulsante della Motor Valley, patria di marchi leggendari come Ferrari, Lamborghini, Maserati e Ducati... Tuttavia, nonostante il suo straordinario patrimonio, la regione fatica ancora a valorizzare il proprio territorio al di fuori della celebre Riviera Romagnola, soprattutto nel mercato turistico internazionale. Ci sono città con un inestimabile patrimonio storico, culturale e gastronomico che rimangono ancora poco conosciute al di fuori dei circuiti tradizionali, mentre il fascino dell’entroterra – con i suoi borghi medievali, le colline costellate di castelli e le esperienze autentiche legate alla tradizione – è un tesoro tutto da scoprire. Per conquistare il pubblico straniero è fondamentale puntare su una promozione più mirata, capace di raccontare il territorio attraverso le sue passioni. Dal turismo esperienziale legato alla gastronomia e ai motori, fino agli itinerari culturali e naturalistici, l’Emilia-Romagna ha tutte le carte in regola per diventare una meta d’eccellenza nel panorama turistico internazionale. Occorre però unire le forze per trasformare questo straordinario patrimonio in un’offerta turistica strutturata, emozionante e irresistibile».

Sintetizzando, quali sono i punti deboli e quelli forti per il mercato internazionale? «Fra i punti deboli metto i collegamenti (aerei, treni, bus), le infrastrutture non rinnovate, l’aumento delle tariffe dei centri balneari e delle spiagge, la stazione ferroviaria di Rimini (mancanza di forze dell’ordine ed episodi di furti ai danni dei clienti), la tassa di soggiorno, i parcheggi a disposizione, specialmente durante l’alta stagione. Fra i punti forti: eventi, musei, parchi acquatici, parchi di divertimento serali, il trattamento all inclusive e full board nella strutture, la varietà di esperienze enogastronomiche uniche, la connessione con la Motor valley e le sue celebri marche automobilistiche, la ricchezza del patrimonio storico e culturale».

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