Troppi danni: dopo il naufragio a Cesenatico il “Calimero” non navigherà più
Capovolto, compresso e sbattuto sulla scogliera dal mare, il Calimero è ormai a ridotto a un rottame affiorante. Fuoriesce in parte ancora dall’acqua, senza affondare completamente, solo perché è adagiato con lo scafo su un basso fondale. Posto ad appena qualche centinaio di metri dalla spiaggia a nord di Cesenatico, dove poco prima dell’alba di martedì 28 gennaio il peschereccio Calimero Sampa, nel fare rientro in porto a Cesenatico, dopo una notte trascorsa a pescare, è andato a schiantarsi irrimediabilmente contro le scogliere frangiflutto di Ponente. Il rottame di quella che era la più grande imbarcazione di pesca a strascico in esercizio a Cesenatico, sono sparsi qua e là in mare sottocosta. La murata di sinistra della barca è finita a brandelli distesa sopra la scogliere e lì rimasta arenata. Mentre alcuni altri relitti della barca sono arrivati a spiaggiarsi a riva. L’ossatura della carena presenta distacchi delle ordinate e vistosi quanto profondi squarci. Dopo la collisione sulla scogliera, il moto incessante delle onde e gli scuotimenti contro la scogliera hanno reso le strutture del peschereccio quasi irrimediabilmente compromessi per un eventuale recupero e ritorno in mare a pesca. Solo una parte della prua resta emersa, tutto il resto è sott’acqua e compromesso: dal ponte di coperta allo scafo, con la plancia divelta e spazzata via dal mare. Dalla poppa sommersa affiorano visibili tratti della grande rete da pesca del Calimero Sampa, che galleggiano sull’acqua. Nel frattempo attorno al relitto della barca per un ampio perimetro sono state poste le panne assorbenti, per affrontare una eventuale fuoriuscita del carburante dal motore e dai serbatoi, come occorre sempre fare in caso di naufragio e avaria. Fuoriuscita di carburante che da una prima analisi sembrerebbe al momento scongiurato.
Dopo un primo sopralluogo subacqueo di ieri, il problema prioritario da affrontare sarà quello di recuperare e togliere da quella posizione in mare quel che resta del Calimero, costruito a Cesenatico nel 1982. Operazione comunque complessa e laboriosa a partire dal trovare un motopontone, fornito di una grossa gru in grado di sollevare il peschereccio, che era di oltre 21 metri e sul quale erano imbarcati tre marinai più l’esperto comandante, il solo tenuto in osservazione per un giorno all’ospedale di Cesena.