Terme S. Agnese: una ventina i dipendenti nel mirino per i cartellini “taroccati”

Segnature indebite nei cartellini di orari non lavorati. In una situazione che, potenzialmente, potrebbe vedere anche l’Inps come parte lesa al fianco della partecipata di Terme S. Agnese.
Sarebbero almeno una ventina i dipendenti già nel mirino della denuncia presentata dall’ente termale. Querela che ora verrà presa in carico dalla Procura della Repubblica per gli approfondimenti del caso e per vagliare se (e per quanti) chiedere in futuro un rinvio a giudizio e sulla base di quali accuse.
Come riportato già ieri la denuncia querela è stata depositata dal presidente e dal rappresentante legale di Terme Sant’Agnese dopo aver scoperto “anomalie significative e preoccupanti” nella gestione delle timbrature sul lavoro. Dipendenti che segnavano ore di lavoro anche se non stavano lavorando; o che ne segnavano di più rispetto a quanto è stato loro dovuto.
La vicenda alla base della denuncia a quanto sarebbe iniziata ad emergere quando, ben oltre un anno fa, ci furono delle ispezioni dell’ispettorato del lavoro. Ispettori che contestavano mancati pagamenti da parte dell’ente termale ed un’ottantina di dipendenti, sostenuti da vari sindacati in una successiva azione di rivalsa. Iniziarono a reclamare tramite contenziosi, emolumenti non corrisposti per cifre variabili a seconda delle posizioni.
È qui proprio per prendere in mano il dettaglio delle varie situazioni, che Terme ha iniziato a prendere in mano la vicenda sotto il profilo anche di propri controlli. Vagliando le contestazioni e le sanzioni che erano state staccate dall’ispettorato del lavoro. Tramite lo studio legale Sintucci è stata chiesta una consulenza. Che mettesse a raffronto i quasi cinque anni precedenti di tutti i dipendenti, verificando se e quali eventuali modifiche vi fossero state tra il software che gestisce le timbrature dei cartellini e le modifiche manuali degli orari fatte. Il dato emerso, e che alla base della denuncia - querela presentata, è che per almeno una ventina di dipendenti possano esserci delle anomalie tali sulle quali “non poter soprassedere”. Non piccoli errori ma sistematicità di timbrature modificate e poco chiare.
Dalle verifiche fatte con la ditta che fornisce il software gestionale, sarebbe emerso un numero alto di modifiche manuali ai dati di timbratura dei dipendenti, realizzate prima del giugno 2024. Queste modifiche non visibili attraverso la consultazione ordinaria del programma in quanto rimosse dal sistema gestionale, sono state però recuperate grazie all’ausilio della consulenza di Elco Sistemi s.r.l. (gestore del software timbrature). Riguardano tutte l’inserimento di turni lavorativi mai svolti, alterazioni sistematiche degli orari di entrata e uscita, ore di lavoro aggiunte e mai prestate nonché modifiche effettuate a posteriori per favorire impropriamente alcuni dipendenti. Un danno che se confermato avrebbe riguardato non solo Terme Sant’Agnese, il datore di lavoro, ma anche lo Stato poiché - è l’ipotesi formulata nelle denuncia - ha consentito l’accesso indebito a forme di sostegno al reddito.
Tra le potenziali parti lese dunque c’è anche Inps. Ipotizzando che le ore non lavorate e sommate ai pagamenti abbiano contribuito ad aumentare il monte di recuperi da fare e di ferie. O anche soltanto la cifra finale del trattamento di fine rapporto od i permessi dei quali poter usufruire anche sotto forma di banca ore.
Sarà tutta materia di esplorazione per la Procura di Forlì. Ad ora il fascicolo della denuncia presentata non è ancora stato assegnato ma lo sarà presto. E sicuramente quando il prossimo 27 marzo ci sarà la commissione consiliare tematica sulla vicenda, contestualmente al lavoro ci sarà già anche un magistrato per verificare eventuali chiamate in causa di responsabilità.