Tagli nella scuola, allarme Cisl in Emilia-Romagna: 191 posti comuni in meno. Ma cresce il sostegno

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  • 14 aprile 2025

BOLOGNA. L’anno scolastico deve ancora finire ma è già allarme sul prossimo. Quello che inizierà dopo l’estate si aprirà in Emilia-Romagna con un quadro fortemente penalizzante per il personale scolastico, sia docente che Ata. Per i tagli previsti nella legge di bilancio, il ministero dell’Istruzione e del Merito ha ufficializzato la nuova dotazione organica che segna un «calo significativo rispetto all’anno precedente». Per quest’anno erano stati autorizzati 41.775 posti comuni dell’organico triennale dell’autonomia, più 3.453 di potenziamento, di cui 309 destinati all’educazione motoria nella scuola primaria e 703 a copertura delle classi in deroga nella scuola secondaria di secondo grado. I posti di sostegno erano 7.841, con 433 posti per il potenziamento. Per il prossimo anno scolastico, invece, i posti comuni scendono a 41.584, -191. I posti di potenziamento rimangono invariati a quota 3.453, ma con uno spostamento di 66 posti sulla classe di concorso A-23 (italiano per stranieri) «che sarebbe potuto avvenire senza intaccare i già insufficienti organici del potenziamento». Cresce solo il sostegno, che sale a 7.988 posti: +147 unità. A fare i conti è la Cisl rivendicando l’aumento sul sostegno grazie al pressing sindacale (recuperati, a livello nazionale, 1.866 posti rispetto ai tagli inizialmente previsti), ma «questo parziale risultato non è sufficiente a bilanciare le gravi criticità emerse. La riduzione di 191 posti comuni inciderà su tutti i gradi di istruzione, compromettendo la capacità delle scuole di coprire adeguatamente i plessi, soprattutto nelle zone più fragili e periferiche del territorio», avvisa la Cisl. A peggiorare il quadro, si aggiungono le ricadute sul personale Ata «già oggi insufficiente a garantire il regolare funzionamento degli istituti scolastici».

I tagli all’organico docente «si riflettono inevitabilmente anche sull’organizzazione amministrativa, gestionale e ausiliaria delle scuole, che fa sempre più fatica a mantenere aperti tutti i servizi e a garantire condizioni di sicurezza e accoglienza. Uffici di segreteria sotto organico oberati da un eccesso di burocratizzazione, collaboratori scolastici costretti a coprire plessi distanti e carichi di lavoro crescenti sono ormai una realtà quotidiana”, segnala ancora la Cisl. Il calo delle iscrizioni, da 108.052 a 105.407 alunni, “non può giustificare misure di contenimento che avranno come unico effetto quello di aumentare il numero di alunni per classe, ridurre la qualità dell’insegnamento e accelerare la chiusura di scuole nelle aree meno centrali”. Secondo la Cisl scuola, sarebbe stato invece il momento giusto per investire nel potenziamento delle compresenze, nella riduzione del rapporto alunni-docente e nel rafforzamento delle dotazioni organiche per garantire ambienti di apprendimento sicuri, funzionali e inclusivi”. Le scelte del ministero dunque «mettono in seria difficoltà il sistema scolastico della nostra regione- dichiara Luca Battistelli, segretario della Cisl scuola dell’Emilia-Romagna- un Paese civile non può pensare di risparmiare sull’istruzione dei propri cittadini. Servono investimenti strutturali per migliorare la qualità del lavoro, degli stipendi, e la stabilità degli organici». Il sindacato chiede quindi un confronto urgente con la politica e le istituzioni, auspicando la riapertura immediata di un tavolo di trattativa «che rimetta davvero al centro i bisogni della scuola».

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