Superbonus, 2.000 truffati da una società, tanti anche in Emilia-Romagna

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  • 01 luglio 2024

TREVISO. I finanzieri di Treviso, nell’ambito della lotta alle frodi sulle agevolazioni fiscali, hanno accertato che una società trevigiana, tra il 2020 e il 2022, ha truffato circa 2.000 persone domiciliate in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte: erano tutte interessate ad accedere al superbonus edilizio del 110%, previsto dal decreto Rilancio. La società si presentava come un general contractor in grado di seguire tutto il percorso che avrebbe consentito di accedere alle agevolazioni fiscali (non solo superbonus, ma anche ecobonus, bonus facciate, bonus ristrutturazioni, sismabonus, eccetera). Dapprima si proponeva, offrendo un pacchetto chiavi in mano, come referente in grado di occuparsi dell’intera pratica dei lavori di riqualificazione edilizia con beneficio delle agevolazioni, inclusi l’esecuzione delle opere e la cessione dei relativi crediti d’imposta, garantendo il buon fine dell’istruttoria per l’ottenimento del bonus. In realtà, dopo avere incassato il corrispettivo per lo studio di fattibilità dei lavori, i servizi promossi non venivano forniti, impedendo ai clienti di ottenere i benefici fiscali previsti per legge. Poi, nella fase 2, come spiega la Gdf in una nota, la società “enfatizzava quale unica forma di pagamento, da sostenersi quindi esclusivamente a fine lavori di riqualificazione, la cessione del credito di imposta maturato, omettendo, però, di informare le vittime che la restituzione della somma di denaro corrisposta anticipatamente per l’avvio dell’istruttoria sulla fattibilità, compresa tra 300 e 2.500 euro, sarebbe avvenuta unicamente ad ultimazione dei lavori di riqualificazione”.

Le indagini dei finanzieri di Treviso, che hanno sentito circa 350 clienti e perquisito la sede del general contractor, oltre alle abitazioni degli amministratori e degli agenti di vendita, “hanno dimostrato la condotta truffaldina dell’impresa trevigiana, che in realtà non ha mai iniziato un solo lavoro”. L’ammontare complessivo delle truffe è stato quantificato in circa due milioni di euro, pari agli importi versati dai clienti per gli studi di fattibilità. La società, che è stata peraltro destinataria di un provvedimento sanzionatorio da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato per pratiche commerciali scorrette, si trova attualmente in stato d’insolvenza, “a causa di comportamenti illeciti degli amministratori che ne hanno aggravato il dissesto”. I due amministratori che nel tempo hanno gestito la società, dunque, sono stati denunciati alla Procura di Treviso per truffa. L’intervento della Guardia di finanza Treviso si potuto realizzare “anche grazie alla collaborazione attiva delle vittime, che hanno presentato numerosi esposti e denunce presso i reparti del Corpo del Nord Italia”, si legge infine nella nota delle Fiamme gialle.

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