Spiagge, l’Unione Europea si oppone agli emendamenti pro balneari nel decreto Infrazioni
ROMA. Le normative sulle concessioni balneari contenute nel decreto Infrazioni erano frutto di una «intesa reciproca», pertanto non sono ammesse eccessive modifiche. Così la Commissione europea ha espresso il suo parere contrario alle proposte di modifica del testo approvato lo scorso settembre dal consiglio dei ministri, in fase di votazione in questi giorni alla Camera dei deputati. A rivelarlo è “Mondo Balneare”, la newsletter di settore. «Il provvedimento», si legge nell’articolo, «obbliga i Comuni a concludere le gare delle concessioni balneari entro il 2027, senza prevedere il riconoscimento del valore aziendale per i concessionari uscenti, ma le forze di maggioranza avevano presentato più di 60 emendamenti per andare incontro alle richieste delle associazioni dei balneari, profondamente insoddisfatte del testo. Tuttavia Bruxelles si è opposta, ricordando al governo Meloni che il decreto Infrazioni era frutto di un accordo».
L’Italia, ha ricordato la Commissione Ue, è chiamata ad approvare una riforma sulle concessioni balneari che sia «conforme ai valori sanciti nella direttiva Bolkestein». «Che oltre a imporre di riassegnare le concessioni di beni pubblici attraverso delle procedure selettive», scrive l’articolo, «non ammette nessuna forma di vantaggio ai gestori uscenti. Anche gli emendamenti per salvaguardare le spiagge assegnate alle associazioni sportive e no profit, patrocinate dal ministro dello sport Andrea Abodi, avrebbero ricevuto le perplessità di Bruxelles».
«È importante che il testo finale della riforma garantisca la conformità con la direttiva Bolkestein», ha ribadito la Commissione Ue, che «resta in stretto contatto con le autorità italiane nel quadro del processo parlamentare italiano di conversione del decreto legge in legge».
Dopo l’esame italiano degli emendamenti, ha concluso ieri la portavoce, Bruxelles «analizzerà il testo finale adottato una volta presentato ufficialmente dalle autorità italiane». Le osservazioni della Commissione Ue andranno a incidere sull’esame degli emendamenti, che avrà inizio proprio oggi. Trovare un equilibrio sarà fondamentale negli ultimi tentativi di negoziato del ministro Raffaele Fitto, prossimo alla partenza per Bruxelles e protagonista della lunga trattativa che ha portato all’intesa comune di settembre. L’esame formale dell’esecutivo di Ursula von der Leyen inizierà solo a legge approvata, ma il bivio è chiaro: l’accordo col governo «ha rappresentato un traguardo importante», ma «l’infrazione sarà chiusa soltanto quanto la legislazione italiana sarà pienamente in linea con il diritto comunitario».
Resterebbe dunque in bilico il destino degli indennizzi economici ai gestori uscenti, che il decreto Infrazioni vuole riconoscere solo per gli investimenti non ammortizzati degli ultimi cinque anni, e che invece i balneari chiedono di calcolare sull’intero valore aziendale delle loro imprese.