Sanità Emilia-Romagna, candidato di De Pascale: «Ridurre le visite in libera professione per aumentare la disponibilità pubblica»
BOLOGNA. Le liste d’attesa per visite ed esami in Emilia-Romagna sono sempre più “infinite”. Per questo si potrebbero «ridurre le visite in libera professione per aumentare la disponibilità delle prestazioni nel pubblico», e in questo modo abbattere i tempi per i cittadini. A proporlo è Vincenzo Paldino, presidente Udicon e candidato alle prossime regionali nella lista civica di Michele de Pascale. Questa soluzione, sostiene, «potrebbe contribuire ad aumentare i posti a disposizione per diverse visite specialistiche, che al momento vedono i primi appuntamenti liberi non prima della primavera 2025, in alcune province emiliano-romagnole addirittura a inizio 2026». Sarebbero almeno sette, segnala Paldino, le aree specialistiche più critiche a livello regionale: dermatologia, oculistica, neurologia, colonscopia, gastroenterologia, mammografia ed ecografia mammella. «Tralasciando le emergenze, per cui i tempi fortunatamente sono ridotti- afferma il presidente Udicon- con queste attese infinite migliaia e migliaia di persone vengono private della possibilità di fare prevenzione o comunque indagare problemi di salute che potrebbero necessitare di ulteriori approfondimenti». La scelta quindi è tra «aspettare mettendo a rischio la propria salute o ricorrere alla sanità a pagamento». Questo però tra le altre cose provoca «ulteriori code nei Pronti soccorso, dove i medici scarseggiano perché fuggono nelle cliniche private».
Secondo Paldino, dunque, «una soluzione immediata potrebbe essere quella di agire sull’attività libero professionale a pagamento, la cosiddetta ‘intramoenia’, svolta dai dirigenti medici sanitari all’interno degli ambienti delle aziende sanitarie, con strumenti e apparecchiature messe a disposizione dall’azienda stessa». Nell’idea del candidato della lista civica di de Pascale, le Ausl potrebbero corrispondere «un incentivo ai professionisti coinvolti», in cambio di una riduzione «per brevi periodi» della loro attività in libera professione, in modo da avere più spazi e tempi a disposizione per la sanità pubblica e le visite prenotabili tramite Cup. «Questo richiederebbe sicuramente dei sacrifici a livello di sistema sanitario- ammette Paldino- ma potrebbe rivelarsi una strada per rispondere alla domanda di cure dei cittadini e ridurre le attese. Da anni si parla di visite alla domenica, di strutture aperte anche nei giorni festivi, ma i risultati non ci sono». Quindi, afferma il presidente Udicon, «non è più rimandabile un cambio di paradigma: servono soluzioni nuove che vadano ad ampliare il perimetro di quello che si è provato a fare fino ad ora per risollevare un sistema sanitario in estrema sofferenza».