Rimini. Rubano il passeggino a Fiabilandia. «C’erano le medicine per il mio bimbo»

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Rubano passeggino con farmaco raro nella cesta a Fiabilandia. Doveva essere una domenica di svago per Oliver, tre anni il prossimo dicembre, e la sua famiglia ma non è andata così. Peccato perché qualche ora di divertimento sarebbe stata una manna dal cielo per un bambino affetto da quando aveva quattro mesi da una malattia rara: la neurofibromatosi di tipo 1.

Due anni fa era stata lanciata una raccolta fondi sulla piattaforma Gofundme (un aiuto alla famiglia di oliver) per sostenere i viaggi che comportano una spesa di 500 euro al mese. L’iniziativa, giunta a quota 10mila euro, è ancora aperta.

A raccontare «una breve storia triste» è la sua mamma, la 33enne Valentina Fidamante. «Ci attendeva una giornata organizzata dalla scuola dell’infanzia di Oliver a Fiabilandia, - premette – un’occasione per far divertire i nostri tre bambini e conoscere gli altri genitori». Tutto è filato liscio fino alle 15 quando la scolaresca decide di salire sul trenino. I familiari lasciano i passeggini sotto l’attrazione pensando “tanto cosa vuoi che succeda?”. «Le ultime parole famose – lamenta Valentina – perché una volta finito il giro, dall’alto ho cominciato a cercarlo con gli occhi e mi ha invaso l’ansia perché era sparito nel nulla. Un modello ultraleggero, il nostro, ideale per facilitare i viaggi che affrontiamo di continuo per portare nostro figlio a Roma presso l’ospedale Bambin Gesù dov’è in cura». A nulla è valso l’aiuto di addetti ai lavori, genitori e persino di qualche nonno che hanno passato al setaccio il parco divertimenti. Per Oli, che si stanca a camminare, era game over. Intanto vengono ritrovati in un bidone i cappellini e le foto lasciati nel cesto sotto il passeggino assieme al farmaco per Oliver, di cui non c’è più traccia.

«Ma che razza di mostro – si chiede Valentina - ruba un passeggino in un parco giochi per famiglie? Voglio sperare che ne avesse necessità perché mio figlio ne aveva bisogno più di un qualsiasi bambino “sano”». Oltre al danno la beffa, la 33enne deve correre dai carabinieri a denunciare la sparizione di un medicinale che non è in vendita e si può ritirare solo recandosi di persona a Roma.

«Ci danno la fornitura necessaria a coprire lo spazio tra un ricovero e l’altro, oltre a qualche pasticca di scorta per eventuali imprevisti. Un accorgimento grazie al quale le dosi dovrebbero bastarci senza affrontare un’ulteriore trasferta». Ma una preoccupazione c’è: qualcuno ha trafugato «medicine in fase di studio e di cui non si conoscono gli effetti collaterali».

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