Rimini. Violenza sessuale su minorenne, il 17enne rifiuta di rispondere al giudice
Scena muta davanti al magistrato. E’ rimasto in silenzio e non ha voluto rispondere a nessuna delle domande che gli sono state poste su quanto accaduto nella notte tra il 5 agosto e il 6 agosto scorso, il minorenne - ha 17 anni -, arrestato insieme all’amico 18enne, per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una 16enne riminese. Lunedì l’interrogatorio di garanzia del 18enne ora rinchiuso nel carcere di Villa Fastiggi. I due giovani, residenti tra Pesaro e Fano, sono stati individuati in seguito alle indagini dei carabinieri di Riccione che giovedì all’alba hanno eseguito le due misure cautelari emesse su richieste delle Procure della Repubblica di Rimini e dei Minorenni di Bologna. Tutto era iniziato lo scorso agosto quando la vittima, soccorsa in stato confusionale, aveva denunciato di essere stata abbandonata in strada dopo aver subito rapporti sessuali non consenzienti da due giovani sconosciuti. Ricoverata all’ospedale di Rimini il personale sanitario confermava quanto riferito dalla ragazzina, dimettendola con 30 giorni di prognosi. La 16enne agli inquirenti non aveva potuto dare molte informazioni utili per rintracciare gli autori della violenza.
Tutto quello che ricordava era di essere salita in auto con due ragazzi contattati sui social, ma non sapeva dire dove l’avessero portata. La minorenne aveva quindi formalizzato una denuncia querela assistita dall’avvocato Aldo Pancini. Grazie alle immagini di videosorveglianza, campioni di Dna prelevati e fatti analizzare dal Ris di Parma, gli inquirenti sono arrivati ai due ragazzi. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore dei minori, Caterina Sallusti, e dal sostituto procuratore di Rimini, Davide Ercolani. Stando alle verifiche condotte dai carabinieri i due amici avevano pattuito online un appuntamento sessuale a pagamento con la minorenne per una cifra compresa tra i 160 e i 300 euro. La sera di lunedì 5 agosto erano partiti alla volta della Romagna.
Ma la ragazzina una volta salita in auto si era spaventata chiedendo di essere riportata a casa. I due a quel punto le avrebbero offerto uno spinello per abbassare le sue resistenze, poi l’avrebbero minacciata dicendole che non volevano passare alle maniere forti. Così l’avrebbero costretta a subire atti sessuali. Poi le avrebbero preso il telefonino e cancellato tutte le chat e i contatti intercorsi per non essere rintracciati. Infine l’avevano abbandonata di notte per strada choccata e stordita. Agli inquirenti la 16enne era riuscita a raccontare ben poco per risalire alle loro identità. Le chat da dove si poteva risalire ai contatti erano state cancellate, ma si ricordava però di un tatuaggio di uno dei due. Le indagini si sono poi focalizzate sulle celle telefoniche e sugli spostamenti che combaciavano con quelli della minorenne e infine il cerchio si è stretto sulla macchina utilizzata dai due.
A quel punto le intercettazioni ambientali hanno fatto il resto con i due che parlavano su quanto era successo e su una versione comune da definire in caso di mala parata. Che è avvenuta giovedì quando sono stati eseguiti i due ordini di custodia cautelare insieme a delle perquisizioni in cui sono stati trovati e sequestrati anche 700 euro in contanti di cui non hanno saputo spiegare la provenienza e 50 grammi di hashish.