Rimini. Superbonus, Cna Costruzioni: “In provincia un centinaio di cantieri fermi”

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La vicenda di due anziane riminesi che si sono ritrovate l’appartamento allagato per via dei lavori del superbonus 110 iniziati e non terminati, rilancia l’allarme edilizia in Riviera. Un settore che, dopo un paio d’anni col vento in poppa, sembra essersi improvvisamente arenato. Con risvolti economici imprevedibili. Avverte, preoccupato, Ruggero Vitali, responsabile Cna Costruzioni Rimini: «Con la decisione del governo Meloni di cancellare il “110”, la crescita della produzione nel settore delle costruzioni si è improvvisamente bloccata. Con previsioni allarmanti anche per il futuro». E numeri da decrescita. Spiega Vitali: «Secondo i nostri dati, a Rimini si sta registrando un appiattimento della produzione nell’edilizia. Con tanto di dinamica congiunturale negativa, che segna un calo dell’1,8% sul primo semestre 2024, che a sua volta era già in flessione rispetto all’ultimo semestre 2023. E una brusca frenata degli investimenti per il biennio 2024-2025, che, secondo il nostro osservatorio, potrebbe provocare un calo del Pil nel settore delle costruzioni del 5,9% per i 2025 e dell’1,7% per il 2026».

Ma, come se non bastasse, ecco spuntare un altro aspetto allarmante, quello del bonus ristrutturazioni che andrebbe incontro a modifiche peggiorative: bonus che, va ricordato, non c’entra nulla col 110. Osserva Vitali: «Dobbiamo aspettare la nuova manovra del governo, perché il rischio è quello che il bonus ristrutturazioni, che ora prevede il 50% delle detrazioni spalmate in dieci anni, possa essere abbassato al 36%. E che il tetto massimo di spesa detraibile possa essere tagliato della metà, precipitando dagli attuali 96mila euro a 48mila euro. Se questo accadrà sarà una mazzata enorme per il comparto edile e per tutto l’indotto».

Senza considerare, poi, che l’unica speranza per le imprese edili del Riminese, quella rappresentata dai lavori del Pnrr «sta accumulando ritardi nei pagamenti anche di un anno».

Ma per una situazione da allarme rosso, c’è una domanda che tutti si pongono: che ricaduta occupazionale rischia di avere il territorio dal blocco dei cantieri del 110? «In tutta la provincia sono ancora tanti i cantieri fermi o con forti rallentamenti, se non addirittura con opere incompiute - risponde il responsabile di Cna Costruzioni -. Se ne contano una trentina solo a Rimini, un centinaio in provincia. A testimonianza delle difficoltà che le imprese e i cittadini stano incontrando per terminare i lavori e del forte rischio che la città sta correndo nel ritrovarsi scheletri urbani ovunque».

Denuncia allarmato Andrea Pracucci, segretario Cgil Edili Rimini: «Ad oggi non abbiamo ancora i dati del secondo trimestre 2024. Ma pensando a quello che era emerso nel primo trimestre non c’è proprio da stare tranquilli, visto che al 30 giugno alcune imprese riminesi avevano già richiesto 100 procedure di cassa integrazione per altrettanti lavoratori. E quando si parla di cassa integrazione s’intendono stipendi più bassi di un buon 20% e rischi concreti di licenziamento». Chiosa Pracucci: «Senza considerare che stime attendibili di fine 2023 parlavano di 500 posti di lavoro a rischio, dal 2024 in poi, su tutto il Riminese».

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